Padova arcobaleno, arrivano le strisce del Pride

PADOVA. Se Maometto non va alla montagna, è il Pride che si fa largo il città. È quanto hanno pensato le associazioni Lgbt costrette dalle misure anti-Covid a rinviare l’ormai tradizionale corteo di giugno per celebrare il mese dell’orgoglio. Da qui la richiesta al Comune di esporre il vessillo arcobaleno, simbolo della comunità omosessuale e trans, in diversi punti della città come messaggio di apertura e accoglienza. Nei giorni scorsi la bandiera era stata affissa alla loggia della Gran Guardia in piazza dei Signori, poi rubata e quindi restituita e riposizionata in un punto più alto, sul balcone di Palazzo Moroni. Ieri però i colori dell’iride sono arrivati sul marciapiede del ponte di corso del Popolo, proprio di fronte alla sede dell’Arcigay nel palazzo del Dazio e davanti all’ingresso dei Giardini dell’Arena. Gli operai comunali della segnaletica per una volta hanno abbandonato la tradizionale vernice bianca (al massimo blu o gialla per i parcheggi riservati) e si sono sbizzarriti con l’arcobaleno, in un disegno intrecciato.
«Il Pride anche quest’anno ha trovato il modo di colorare le strade di Padova, in questo caso l’orgoglio Lgbt ha letteralmente disegnato un pezzo di città – sottolinea il presidente di Arcigay Tralaltro Mattia Galdiolo – È un gesto importante per la comunità e per tutta Padova che il mese del Pride venga commemorato dall’amministrazione, dimostrando così che nella nostra città le differenze di genere, orientamento sessuale e identità di genere non solo sono accolte, ma sono un valore riconosciuto».
«Sarà un giugno 2020 senza il Pride ma con tanto orgoglio», aveva spiegato l’assessora alle politiche di genere e alle pari opportunità Marta Nalin alla presentazione delle iniziative, in cui era rimasta volutamente segreta questa decisione. Una “sorpresa” per la città: «Abbiamo deciso che se non è possibile manifestare vogliamo comunque lasciare un segno. Una Padova colorata con i colori dei colori dell’eguaglianza e dei diritti», aveva spiegato Nalin.
Ma c’è già chi, come il consigliere della Lega Alain Luciani, non ha gradito: «Così si spendono i soldi dei padovani», ha tuonato nel suo profilo Facebook.
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