Padova Bene Comune: «Chirurgia oncologica, le sale operatorie sono a rischio taglio»
Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali: «La centralizzazione di alcuni interventi andrebbe a sfavorire pazienti decisamente fragili vista la situazione specifica e a portare sempre più chirurghi a lasciare il Ssn»

Padova Bene Comune ha deciso di mobilitarsi, come stanno facendo sigle e sindacati di categoria, per dire no al procedere di una possibile delibera regionale che andrebbe a “cancellare” alcune sale operatorie in tutto il Veneto, qualora non fossero capaci di raggiungere in materia di chirurgia oncologica, i numeri indicati da Agenas–Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
In sostanza se venissero seguiti i parametri Agenas, una sala operatoria per rimanere attiva in ambito oncologico in relazione ad alcune specifiche patologie, dovrebbe in un anno superare i 50 interventi al colon, 20 allo stomaco e 25 al retto.
«La centralizzazione di alcuni interventi andrebbe a sfavorire pazienti decisamente fragili vista la situazione specifica e a portare sempre più chirurghi a lasciare il Ssn» spiegano Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali del movimento patavino, che con altri sta cercando di fare rete in tutta la regione per evitare la possibile sospensione di questi servizi in alcuni ospedali e garantire il pieno svolgimento delle competenze chirurgiche «con un sistema simile i rischi sono molti. Prima di tutto» spiega Pipitone «le lista d’attesa si allungherebbero in un contesto come quello oncologico, che è tempo dipendente. Quindi i pazienti che vivono già una circostanza difficile di malattia, sarebbero costretti a sradicarsi dal proprio territorio e, infine, i chirurghi verrebbero depotenziati nelle loro competenze preferendo migrare nel privato».
Padova con questa protesta si accoda a quella di Cittadella e di Acoi– Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, chiedendo che la Regione, vista la scadenza del mandato e le elezioni convocate a fine novembre, sospenda l’eventuale procedere della delibera aspettando la nuova giunta.
«Non importa di che colore sarà la futura classe politica della Regione, quello che conta è l’ascolto di professionisti e pazienti, per evitare la perdita di abilità. Quando si decidono delle azioni, bisogna coinvolgere professionisti e associazioni dei pazienti per capire quali disagi si possano creare in chi è in difficoltà». —
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