A Padova bus e tram gratuiti per gli universitari: il progetto verso l’ok della Regione

Costerebbe circa 6 milioni di euro per tutti i 75 mila iscritti. Rivoluzione che serve anche a combattere la crisi abitativa

Claudio Malfitano
Bus gratis a Padova per gli universitari, progetto verso l'okay
Bus gratis a Padova per gli universitari, progetto verso l'okay

Un abbonamento gratuito a bus e tram per gli oltre 75 mila studenti universitari del Bo.

Un progetto rivoluzionario che sta prendendo concretezza grazie a una quadrangolazione tra Regione, Comune, ateneo e BusItalia, che costerebbe circa 6 milioni di euro provenienti da fondi nazionali per la riduzione dell’inquinamento.

Padova sarebbe la prima città del Veneto a sperimentare quest’iniziativa, che avrebbe un impatto decisivo anche per la gestione della crisi abitativa. Potendo usufruire liberamente del trasporto pubblico per uno studente fuori sede avrebbe poca importanza abitare in centro o in periferia, o addirittura in uno dei Comuni contermini serviti dai bus e presto anche dal tram come Rubano e Vigonza.

La città e l’ateneo patavino sarebbero pionieri visto che in tutta Italia sono pochissime le operazioni di questo tipo, se non l’abbonamento «libera circolazione» che da qualche anno esiste per gli universitari di Trento.

L’ok della Regione Veneto

L’idea – va detto – è in realtà partita dalle associazioni degli studenti. La più rappresentativa, l’Unione degli universitari (Udu - Studenti per), è da diversi anni che promuove iniziative per sostenere questa proposta. Chiedendo addirittura «l’introduzione di un biglietto unico regionale, che consenta l’utilizzo di ogni mezzo di trasporto pubblico su tutto il territorio regionale e la gratuità del servizio di trasporto per tutti i giovani».

L’ateneo guidato da Daniela Mapelli (giunta ormai nell’ultimo biennio di mandato) ha quindi deciso di provare a fare il colpaccio, approfittando in particolare di fondi nazionali per la lotta all’inquinamento atmosferico che gestisce la Regione.

Da una ricognizione fatta con BusItalia il costo dell’operazione dovrebbe aggirarsi attorno ai 6 milioni di euro. Il dossier è dunque sui tavoli veneziani e l’ultima parola ce l’avrà la giunta Zaia (con l’assessora all’istruzione Valeria Manovan): il via libera atteso tra qualche settimana, probabilmente a giugno, per essere pronti a partire con il prossimo anno accademico.

Va anche detto che il numero di iscritti al Bo cresce in media del 5-6% all’anno, e nel 2024 sono stati 23.800 i nuovi immatricolati.

La prospettiva politica

Di abbonamento gratuito per gli universitari si parla da diversi anni, anche da prima del Covid. Finora però il massimo che si era riusciti a fare un voucher di 200 euro promosso dalla Regione per l’acquisto di abbonamenti annuali.

La prospettiva di una gratuità per gli studenti sarebbe una rivoluzione con un impatto su tutte le politiche urbane.

Dalla sostenibilità ambientale, alla mobilità, fino appunto alla crisi abitativa.

Non diventa poi impossibile pensare che questo tipo di approccio possa estendersi in futuro ad altre categorie che si muovono in città, come determinati tipi di lavoratori (dipendenti pubblici o della sanità, per esempio). Fino a cambiare lo stereotipo del trasporto pubblico come servizio residuale, destinato solo ad anziani, minorenni e persone che per vari motivi non possono avere la patente.

Infine c’è da dire che una rivoluzione di questo tipo è particolarmente appetibile da intestarsi politicamente.

Potrebbe farlo la giunta Zaia, proprio nei mesi di fine mandato. Ma anche la rettrice Mapelli, che potrebbe non essere ricordata solo come la prima donna alla guida del Bo. Infine anche la giunta Giordani che in questi anni ha puntato sul trasporto pubblico con le due nuove linee del tram e il sistema Smart.

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