Ponte di Brenta tra cantieri del tram e disagi, negozi penalizzati: ma c’è chi resiste

A Ponte di Brenta i lavori per il tram ridisegnano la mobilità e complicano la vita a residenti e commercianti. Strade chiuse, deviazioni e calo della clientela, ma qualcuno guarda con ottimismo al futuro. I cantieri dureranno fino a settembre

Edoardo Fioretto
Daniele Beggio
Daniele Beggio

Il tram ridisegnerà la città, ed entro il 2026 le nuove linee promettono di creare una rete Smart in grado di collegare nodi strategici del trasporto pubblico. Per ora, però, ridisegna solo le cartine della viabilità urbana, tra deviazioni e sensi alternati, strade chiuse, strettoie, parcheggi temporaneamente soppressi e tutto il caos che può derivare da questo «ecosistema organico» di interventi ad alto impatto.

Il rione che forse vivrà più da vicino questa mobilità ridisegnata – e che sta già sperimentando sulla propria pelle le prime settimane di cantieri – è Ponte di Brenta. Inevitabili le ricadute sulla quotidianità.

«La cosa che si nota di più è il traffico, adesso che hanno chiuso parte di via San Marco il quartiere è molto più vivibile», racconta un signore sulla soglia del bar “Cogli l’attimo”. «No, non viviamo qui», risponde poi il compare di briscola, «ma alla fine questo è un nostro punto di ritrovo abituale. Anche con qualche deviazione in più alla fine veniamo volentieri. E adesso non c’è nemmeno da dannare per trovare un parcheggio». I pareri ottimisti sono però gran pochi.

Hanry Salvato
Hanry Salvato

Le scorse settimane le transenne blu della ditta Vittadello (responsabile per il lotto est del Sir2) hanno racchiuso il segmento di strada compreso tra la rotonda che collega con via Dante di Nanni fino a via delle Ceramiche, vietando il transito a ogni veicolo, e imponendo importanti deviazioni su strade secondarie del quartiere. Movimenti lungo quei 180 metri limitati a pedoni, sui marciapiedi, unico accesso a negozi e abitazioni.

«Si vede che la clientela sta diminuendo in questi giorni», racconta Hanry Salvato, storico tabaccaio di via San Marco. «Di sicuro anche il caldo sta incidendo», osserva, «ma anche se non ho ancora i cantieri davanti alle vetrine ho già notato che molti dei clienti abituali di passaggio sono diminuiti. Soprattutto quelli che si muovevano con i bus urbani. Il pericolo ora è quello di rimanere ostaggi dei cantieri».

Parere negativo anche di chi lavora nei bar della zona, che nonostante gli imperterriti e affezionati avventori, hanno riscontrato un generale calo della clientela dopo la chiusura del primo tratto di via San Marco. I disagi più pesanti li stanno soffrendo i commercianti del tratto chiuso, che si trovano a lavorare con le transenne del cantiere proprio di fronte alle vetrine.

I cantieri a Padova
I cantieri a Padova

È il caso, per esempio della farmacia Dr. Max, del supermercato Prix, e degli uffici e delle botteghe che si affacciano su quel tratto di strada. Una penalizzazione che, in linea teorica, dovrebbe essere compensata dalla breve durata dei cantieri che dovrebbero chiudersi a metà settembre. C’è anche chi, per ricordare che nonostante le transenne i negozi sono aperti, ha anche affisso in giro per il quartiere indicazioni che si aggiungono alla cartellonistica gialla delle deviazioni. È il caso dell’ambulatorio di analisi mediche Pavanello, o il panificio Ghion, che in via delle Ceramiche annunciano che – nonostante tutto – le loro saracinesche restano ancora alzate.

D’altronde, arrivando da ovest, trovare la strada per il parcheggio di piazza Barbato non è impresa proprio facile. I cartelli di deviazione a tratti indicano i percorsi alternativi solo per la tangenziale, salvo non spiegare da che parte andare per restare a Ponte di Brenta. Lasciando a chi non conosce le stradine secondarie esperienze di parziale smarrimento.

C’è comunque anche chi vede la situazione con positività: «Alla fine, grazie alla clientela che ho conquistato nel tempo e il fatto che nelle ultime settimane ho lavorato molto con maturità e lauree, non ho risentito affatto dei cantieri», spiega Daniela Beggio, fioraia.

«Il fatto che ci sia più parcheggio ha incentivato alcuni clienti a fermarsi più volentieri. Certo, bisognerà vedere quando ad agosto le transenne arriveranno qui davanti alle mie vetrine. Ma tutto sommato penso che questi cantieri passeranno, e rappresentano un’opportunità per tutti». 

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