Padova, chiude il Caffè al Santo: "Troppe tasse"

PADOVA. Sulla serranda ora c’è un cartello che annuncia “Chiuso per ferie”. In realtà il Caffè Al Santo, il locale pubblico che si trova proprio davanti all’ingresso della basilica e a fianco della mitica fioraia Nadia Varotto, ha chiuso i battenti con il conseguente ritiro a vita privata del gestore Carlo Braghetto, residente ad Albignasego.
Si tratta di uno dei bar più antichi della città. È stato aperto nel 1897 dalla famiglia Tacchetto. Poi è passato nelle mani di Bruna Dalìa e, successivamente, a Francesco Braghetto. Dal 1978 lo ha gestito Carlo Braghetto, assieme a due collaboratori. All’interno del locale ci sono numerose foto vintage della vecchia Padova, di cui due del 1925 e del 1932 (sindaco Francesco Lorenzo Lonigo). È il bar, con dieci tavolini come plateatico, dove si sono seduti a bere un caffè o una bibita fredda in estate migliaia di pellegrini, tra cui tantissimi arrivati da ogni angolo del mondo.
Ma perché Carlo Braghetto ha gettato la spugna proprio adesso? «Gestire oggi un locale, seppure in una bella posizione come questa in piazza del Santo, diventa sempre più difficile», spiega Braghetto. «Troppe tasse. Si devono sborsare sempre più soldi, sia per pagare lo stipendio dei dipendenti che per onorare, a fine mese, tutti gli obblighi che gravano sulla gestione economica complessiva, tra cui le imposte sul plateatico e sul nuovo pos, che è diventato obbligatorio dal primo gennaio».
E c’è dell’altro: «I tempi delle entrate, poi, non sono più quelli di una volta. In un anno gli incassi sono solo quelli relativi a 6-7 mesi. Ad esempio nei mesi di gennaio, febbraio, luglio ed agosto si lavora poco, anche se, per fortuna, oltre ai pellegrini, venivano a consumare da noi anche le coronare e tanti negozianti della zona. In pratica io e la mia famiglia ci siamo fatti due conti nei dettagli e ci siamo convinti che era meglio gettare la spugna adesso».
Chi conosce benissimo tutta la storia del Caffè Al Santo è la fioraia che ha l’attività a fianco, a venti metri dall’edicola: «I Braghetto hanno sempre avuto una gestione familiare», racconta Nadia Varotto. «Hanno sempre lavorato con grande professionalità e hanno trattato tutti i clienti, me compresa, con estrema gentilezza. Se un giorno il bar venisse riaperto da un nuovo gestore, spero tanto che non faccia rimpiangere il signor Carlo, una persona squisita sotto tutti i punti di vista».
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