Padova, cieco derubato in centro: «Diceva di volermi aiutare»

Simone Dal Maso, 37 anni, impiegato al Provveditorato di via Cave, era con il suo cane guida: «Uno straniero mi ha preso per un braccio accompagnandomi e mi ha portato via l’iPhone5»

PADOVA. In questa città ora derubano anche i ciechi. E lo fanno nel modo più subdolo: offrendo aiuto per strada. È successo giovedì pomeriggio in riviera Ponti Romani. La vittima dell’odioso raggiro è Simone Dal Maso, 37 anni, residente a Piombino Dese, impiegato negli uffici del Provveditorato di via Cave, sposato.

«Sono sceso dall'autobus verso le 15.40 alla fermata di riviera Ponti Romani per poi attendere il bus successivo» racconta Simone. «Dopo essere stato informato da un passante che avrei dovuto attendere circa 15 minuti mi sono deciso a raggiungere la vicina fermata del tram. Non sapevo bene la strada ma mi avevano detto che si trovava a una cinquantina di metri. Mi si avvicina un ragazzo straniero, molto simpatico, che mi chiede se ho bisogno d'aiuto. Capita abbastanza spesso e generalmente rifiuto perché conosco bene i luoghi abituali ma avevo fretta, perciò ho acconsentito con piacere. Durante il percorso ha iniziato a farmi molte domande sul mio cane-guida. Mentre parlavamo mi ha preso sottobraccio. Arrivati alla fermata del tram, improvvisamente, è sparito. Non ha salutato, non mi ha avvertito che eravamo arrivati, informazione che ho poi chiesto ad una ragazza lì vicino. Dopo circa un minuto metto la mano nella tasca superiore della giacca per prendere il mio iPhone 5, e scopro l'amara sorpresa: il telefono era sparito».

Deluso, imbarazzato e sopraffatto da un senso di smarrimento, Simone ha cercato di fare fronte all’emergenza utilizzando l’altro telefono di cui dispone. «L'iPhone lo utilizzo per tantissime cose, soprattutto per sapere la distanza che mi separa da una fermata del bus, oppure per conoscere i punti d'interesse nelle vicinanze» spiega. «La sensazione di umiliazione e di impotenza è stata davvero intensa, aggravata anche dal fatto che, subito dopo, ho preso il mio secondo telefono, un vecchio Nokia N70 per chiamare i carabinieri e chiedere aiuto. L'operatore, dopo avermi ascoltato, mi ha consigliato di farmi accompagnare in questura da qualcuno. Il problema è che da “qualcuno” ero appena stato derubato e la mia fiducia verso la società non raggiungeva livelli particolarmente elevati. Tuttavia sono ritornato sui miei passi alla fermata del bus e mi sono diretto verso la questura. Devo ringraziare i controllori Aps che si sono dimostrati davvero disponibili e mi hanno accompagnato a destinazione. Purtroppo l'iPhone non è stato possibile recuperarlo, nonostante l'agente presente alla portineria della questura sia stato davvero encomiabile». Senza il codice imei infatti non è stato possibile attivare la ricerca.

«Da tutto questo rimane davvero una sensazione di abbandono» continua Simone, « sfortunatamente sto incontrando problemi sempre maggiori con le persone straniere e questo mi dispiace molto perché è proprio in loro che molto spesso avevo trovato una maggiore disponibilità per strada. Il giorno prima un gruppo di cinesi si era arrabbiato perché il cane guida era in corriera, poche ore dopo una donna rumena mi ha gentilmente augurato di bruciare negli inferi perché “disabili come te sono inutili per la società”. Sia ben chiaro, sarà anche una coincidenza tutta concentrata in due giorni, certo che inizio a notare una difficoltà sempre maggiore negli spostamenti e, soprattutto, la sicurezza è davvero a rischio».

Dopo aver spiegato quanto accaduto alla fermata ai poliziotti della questura, Simone Dal Maso ha formalizzato la denuncia ai carabinieri di Piombino Dese nella speranza di poter recuperare il suo telefono, oltreché la fiducia in questa città.

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