Padova, mille firme per salvare la classe dei ragazzi fragili al Cpia Valeri
Ondata di firme per chiedere il ripristino del percorso didattico al Cpia di Padova. Sette studenti tra i 15 e i 17 anni senza classe dopo la sospensione del progetto “Ricomincio da tre”

Quasi mille persone hanno già firmato per chiedere il ripristino immediato del percorso didattico al Cpia (Centro provinciale istruzione adulti) di Padova, sede Valeri.
La classe per ragazzi tra i 15 e 17 anni, fragili e a rischio dispersione scolastica, è stata soppressa per il 2025-2026 lo scorso 23 ottobre, dopo che sette studenti «minorenni in obbligo scolastico regolarmente preiscritti, e le loro famiglie, sono stati lasciati per più di un mese in attesa della comunicazione di avvio delle attività», scrive Chiara Pasquato nella lettera diffusa in città a nome della “comunità educante a supporto delle famiglie, dei minori e delle minori in attesa di un percorso scolastico”.
«Dalla relazione del dirigente scolastico del Cpia si apprende che viene meno il senso stesso del progetto, di valorizzazione di quanto acquisito durante il percorso formativo, nella prospettiva di un reinserimento scolastico o di un inserimento lavorativo – commenta la vicenda il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Roberto Natale – In tale ordine di idee, la classe del Cpia non può trasformarsi in una classe differenziale». In sintesi, così com’è concepito, il servizio non è efficace allo scopo.
«Il Cpia», continua Natale, «attraverso un apposito corso di 17 ore settimanali di italiano, geografia, matematica, scienze, inglese e tecnologia, può far sì che questi ragazzi conseguano un attestato di certificazione delle competenze che permetta loro di reinserirsi in un ordinario percorso scolastico, a partire dalla classe terza di scuola superiore, eventualmente anche di tipo serale. Trattandosi di ragazzi in condizioni o con tratti di ritiro sociale, questo obiettivo viene raggiunto solo in pochissimi casi, a causa di una frequenza non regolare e di gravi problematiche individuali di tipo sociale o sanitario».
Ma facciamo un passo indietro. Il 23 ottobre, Nadia Vidale – attuale dirigente titolare dell’istituto “Usuelli Ruzza” e preside del Cpia – comunicava ai genitori degli iscritti la sospensione del programma di reinserimento scolastico “Ricomincio da tre”, la classe promossa dal Comune e altri soggetti tra cui Veneto Lavoro, per l’anno scolastico iniziato. «Considerata la frequenza storica del percorso», scriveva Vidale, «che conta valori altissimi di assenze quotidiane».
Non esiste ufficialmente un quorum da raggiungere perché il gruppo classe si costituisca, tuttavia non sono bastate le sette adesioni raccolte da maggio a ottobre. Tra queste c’è la figlia di Elena Barison, «tutelata dalla legge per isolamento e ansia sociale, attacchi di panico e una recente diagnosi di disturbo per deficit di attenzione e iperattività composto ma ancor prima vittima di bullismo e violenza psicologica da parte di un insegnante» precisa la madre in una lettera aperta in cui denuncia: «Ci siamo visti privati di un’opportunità didattica e con essa, il diritto all’istruzione».
Veneto Lavoro, attivo nella rete progettuale di reinserimento scolastico e sociale con stage ed esperienze professionalizzanti, ha seguito 120 ragazzi dal 2016 al 2024 e, da metà settembre, ha ricevuto 45 richieste di accesso ai suoi servizi più cento segnalazioni dalle scuole padovane. Resta da capire quale sia, allora, l’alternativa per loro e le famiglie. —
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