Alle Maddalene di Padova un palcoscenico per le giovani compagnie

Il teatro per la prima volta avrà una vera e propria stagione: sette spettacoli, di cui tre prodotti dallo Stabile del Veneto. E poi format teatrali sperimentati e di successo come “Universerie” giunto al decimo anno e “Maturazione”,

Nicolò Menniti Ippolito
Universerie alle Maddalene di Padova
Universerie alle Maddalene di Padova

Negli anni ha alternato spesso nomi: teatro di avanguardia, nuovo teatro, teatro di ricerca, teatro sperimentale; ma la sostanza non cambia.

C’è un teatro che prova a trovare strade diverse da quelle battute, a lavorare in modo diverso sull’immagine, oppure sui testi, oppure sulla drammaturgia e anche su tutte queste cose insieme.

In questi ultimi anni per lo Stabile de Veneto il luogo deputato per questo tipo di spettacoli è stato il “Teatro delle Maddalene” a Padova, che ora per la prima volta avrà una vera e propria stagione, che vedrà come protagonisti soprattutto giovani compagnie.

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Sette spettacoli

Saranno 7 spettacoli che saranno portati in scena tra novembre e gennaio e vedranno coinvolte realtà che lavorano spesso in modo diverso, ma sempre con grande cura nei confronti delle possibilità di uscire dalle convenzioni del linguaggio teatrale.

Tre di questi spettacoli saranno anche prodotti dallo Stabile del Veneto, a partire da “Vestire gli ignudi” (sabato 15, 22, 29 novembre) che vedrà l’esordio di Alessandro Businaro nelle vesti di direttore artistico junior de (under 35) dello Stabile stesso. Si tratta di una rivisitazione contemporanea di “Vestire gli ignudi” di Pirandello in cui il regista ritrova temi contemporanei come la pervasività dei mezzi di comunicazione, il voyeurismo diffuso, i rapporti di genere.

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Il 4 e 5 dicembre sarà invece di scena “Tirannosauro” di Filippo Quezel, una coproduzione con Sardegna teatro, che mette in scena la disfunzionalità della famiglia attraverso strumenti di dialogo che rimandano ad un passato “fossile”, da cui il titolo.

Terzo spettacolo della rassegna sarà il pluripremiato “MS” di “exvUoto teatro”, gruppo vicentino attivo ormai da una decina di anni, che con la drammaturgia di Mattia Favaro, la regia di Tommaso Franchin, e l’interpretazione di Massimo Scola proporrà l’11 e 12 dicembre un viaggio negli stereotipi della provincia veneta. La settimana successiva sarà poi la Compagnia Brat (18 e 19 dicembre) a raccontare con le sue maschere “Nunc”, una fiaba oscura che rimanda al folklore popolare: in scena i diplomati all’Accademia Teatrale Carlo Goldoni.

Quinto appuntamento, l’8 e 9 gennaio, con La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza di Les Moustaches e a seguire la terza produzione dello Stabile intitolata “L’arte di vivere. Il giorno in cui i corvi smisero di farmi paura” (15 e 16 gennaio 2026): teatro tutto al femminile scritto da Francesca Garolla e interpretato da Laura Serena con la regia di Francesca Merli.

Conclude la rassegna (22, 23 gennaio) “Data” un testo distopico di Eliana Rotella con la regia di Claudio Autelli e l’interpretazione di Salvatore Alfano, Maria Bacci Pasello e Anna Manella.

Sempre al “Teatro Maddalene” troveranno spazio format teatrali sperimentati e di successo come “Universerie” giunto al decimo anno e “Maturazione”, il programma di residenze artistiche collegato ai progetti di spettacolo di giovani artisti diplomati dall’Accademia Teatrale Carlo Goldoni e da altre accademie nazionali. Un modo per avviare i più giovani alla professione. —

 

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