Padova, frutta e verdura più care: aumenti fino al 20% sui banchi delle piazze
PADOVA. Un rincaro che arriva fino al 20% e che, nonostante questo, trova comunque gli ambulanti a fare i conti la crisi. I padovani che frequentano il mercato di piazza delle Erbe se ne sono accorti a loro spese: fatta eccezione per fragole e asparagi, i prezzi di frutta e verdura sono lievitati.
AL MERCATO.I cartellini dei prezzi che spuntano dai coloratissimi banchi del mercato parlano chiaro: ciliegie di Cerignola a 15 euro al chilo, pomodori datterini di Pachino e marinda a 7 euro; broccoli a 4 euro; peperoni gialli a 4,50 euro; fagiolini a 7 euro; taccole a 5 euro. In genere l’aumento medio è tra il 15 ed il 20%. Ma non tutti i prezzi sono alti. In tanti banchi, specialmente in quelli dei bengalesi e dei pachistani, prezzi stracciati per gli asparagi provenienti da Conche di Codevigo e da Pernumia e per le fragole della Basilicata. Tutta merce deperibile che, se non viene venduta in pochi giorni, deve essere gettata nei rifiuti.
CARO SPESA. Mentre i consumatori confermano gli aumenti, i fruttivendoli difendono, a spada tratta i loro prezzi. «Gli aumenti sono contenuti» sottolinea Cristina Biollo, l’artista-scrittrice del vegetariano. «Solo pochissimi prodotti hanno un prezzo alto, che non dipende certo da noi. La maggioranza della frutta e della verdura ha prezzi bassi e fissi. Ad esempio costano poco le zucchine, le patate, le carote, i finocchi, i piselli e le fave. La cosa, invece, che più ci preoccupa è lo scarso afflusso di clienti al nostro mercato. Ieri era venerdì. Un bel giorno per incrementare le entrate ed, invece, ancora una volta, abbiamo notato pochi clienti. Rispetto al mese di maggio del 2019 registriamo un calo di persone del 70%». Con i dovuto distinguo, anche i fruttivendoli Massimo Tiozzo, Bruno e Sonia Acampora, Gabriele ed Andrea Businaro, Bianca Bisacco (la regina della piazza con i suoi 80 anni suonati) e Rahman Andrepres, sono dello stesso avviso. «Siamo nella media» osservano i Businaro.
«Sono leggermente più care solo le primizie. La frutta e la verdura di stagione non costa di più rispetto all’anno scorso. Purtroppo subiamo la concorrenza dei supermercati, dove per altro l’ortofrutta è molto più cara».
QUALITA'. Stessa musica anche al banco numero 11, gestito dalla famiglia Acampora. «Ma quali aumenti» sostiene Bruno. «La verità è che vendiamo prodotti buoni, con un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Tra l’ortofrutta più richiesta i limoni, profumatissimi, della costa amalfitana, i meloni siciliani, le fragole provenienti dalla zona di Pisticci e le mele dell’Alto Adige».
Secondo Massimo Tiozzo «le notizie diffuse dalle televisioni, in genere, sono quelle comunicate da alcune associazioni dei consumatori che fanno solo allarmismo». sottolinea. «Ci sono alcuni prodotti, i cui prezzi sono lievitati, seppure di poco, ma, nella stragrande maggioranza dei casi, siamo nella normalità». «Vendiamo noci pesche, provenienti dalla Spagna, a 1,80 euro al chilo» conclude Rhaman. «Quasi tutta la nostra frutta e verdura viene venduta tra i 2 ed i 3 euro. Comprendiamo che adesso gli italiani hanno meno soldi in tasca e, quindi, veniamo incontro alle loro esigenze». —
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