Padova, Giotto e le due tombe. «Le spoglie di Scrovegni potrebbero essere lì»

PADOVA. «Non possiamo escludere che lì sia seppellito Enrico Scrovegni. In ogni caso entro il 2020 lo sapremo perché scaveremo per andare a fondo di questa scoperta». Per ora è solo una suggestione lanciata dall’assessore alla Cultura Andrea Colasio, ma se davvero nelle due tombe rinvenute all’interno della cripta della Cappella dovessero esserci i resti di Scrovegni, la scoperta fatta durante gli ultimi lavori di restauro sarebbe sensazionale.

La cripta
Le rilevazioni termografiche svolte dall’Istituto centrale del restauro in questi ultimi 8 mesi hanno individuato la presenza di due tombe incassate nella parete al di sotto dell’abside superiore della Cappella. A meno di 50 centimetri dalla parete, e a un’altezza di circa un metro e mezzo dal pavimento, i dispositivi hanno rilevato i due sepolcri all’interno di quella che nasce come cappella funeraria collegata al palazzo di Enrico Scrovegni:
«Ora dovremo trovare i finanziamenti per scavare, ma al massimo entro un anno voglio sapere cosa c’è lì» annuncia Colasio, «la scoperta delle stelle che decorano la cripta, identiche a quelle della sacrestia, mi fa pensare che in quei luoghi si tenessero riunioni importanti e che quindi non ci sia seppellito un perfetto sconosciuto. In fondo Enrico Scrovegni morì in esilio a Venezia nel 1336 e si sa che il suo corpo fu riportato a Padova, ma non dove è stato seppellito».

Il dibattito
Su questo il dibattito tra studiosi è ancora aperto. La cripta ora che è stata restaurata dovrebbe essere aperta presto alle visite: «Dobbiamo metterla in sicurezza e studiare la modalità, ma tra non molto potrebbero partire le prime visite di gruppi di massimo 5 o 10 persone per volta».

Lo spazio museale
Il piano dell’Amministrazione è di rendere più accattivante tutta l’area degli Scrovegni, anche abbattendo “barriere” e abitudini che esistono da anni: «Queste ulteriori scoperte rendono ancora più affascinante il monumento e noi abbiamo l’obbligo di attrarre i turisti e valorizzarle» sottolinea Colasio, «per questo libererò lo spazio dell’arena dal cinema estivo (che si svolgerà in un’altra area dei giardini) e da tutti gli eventi, perché poi abbatteremo la ringhiera che circonda il monumento. Abbiamo anche in mente di realizzare delle installazioni dove far vedere in tre dimensioni com’erano Arena e palazzo degli Scrovegni al tempo di Giotto».

Il degrado
A due passi da Giotto, dalla cripta, le due tombe appena scoperte, e soprattutto dall’ingresso dei turisti, c’è però una situazione inaccettabile non solo alla vista. Poco prima dell’entrata , gettando lo sguardo dall’altra parte dell’inferriata, non può sfuggire la discrepanza con l’arte e la cultura. Sotto il ponte che attraversa i Giardini dell’Arena, oltre a cumuli di rifiuti, si sono concentrati spacciatori, tossicodipendenti e ladri di biciclette. Quello è un punto poco visibile dall’esterno e dove difficilmente le forze dell’ordine arrivano. —
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