Padova, i no-vax giocano la carta del rinvio

Entro oggi serve l’autocertificazione: e c’è già chi annuncia di ritirare il bambino da scuola
Un bambina viene vaccinata in una foto d'archivio. ANSA/TONINO DI MARCO
Un bambina viene vaccinata in una foto d'archivio. ANSA/TONINO DI MARCO

PADOVA. La legge sull’obbligo vaccinale fa i conti con la resistenza dei genitori no-vax. Oggi scade il termine per presentare alle segreterie di asili nido e scuole materne il libretto sanitario o l’autocertificazione che attestino che i bambini sono stati sottoposti ai dieci vaccini resi obbligatori con una legge nazionale a partire da quest’anno scolastico.

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Il termine, in realtà, non è perentorio: è previsto infatti che i vaccini possano essere rinviati e in questo caso la certificazione deve arrivare entro il 10 marzo 2018. È in questo lasso di tempo, sei mesi esatti, che il fronte contrario all’obbligo vaccinale - i genitori no-vax o free-vax - tenteranno di giocare le loro carte per non lasciare che le loro convinzioni soccombano al dettato della legge. La moratoria di due anni che la Regione Veneto aveva decretato, era riuscita in qualche modo se non a sopire, almeno a smorzare, i toni della crociata anti-vax.

Ma la marcia indietro del governatore Luca Zaia ha riacceso la protesta. Le posizioni dei genitori che non intendono sottoporre i propri figli ai dieci vaccini obbligatori (poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilus influenzae tipo b, morbillo, rosolia, parotite, varicella) non sono univoche. Nelle discussioni che riempiono i social - da facebook alle chat tra mamme - emergono strategie diverse. C’è chi si arrende: “traditi” anche dall’ultimo baluardo di resistenza regionale, alcuni genitori si sono rassegnati all’idea di dover vaccinare il bambino.

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Molti di più sono quelli che giocano sul tempo: intanto presentano alla scuola la dichiarazione di aver rinviato tutti o alcuni vaccini. Da qui a marzo sperano che intervenga una modifica della legge, per cui come per la scuola dell’obbligo - elementari, medie e superiori - pagare la sanzione prevista per chi non vaccina (da 100 a 500 euro) consenta la frequenza di nido e materna. Ad oggi, infatti, per i bimbi da 0 a 6 anni i vaccini sono condizione inderogabile per poter frequentare la scuola. E poi c’è chi di piegarsi alla legge non ci sta: se a marzo le cose non saranno cambiate, terranno il figlio a casa da nido o materna. Corvelva, il Coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni, annuncia che alle eventuali sanzioni saranno opposti ricorsi su ricorsi.

Secondo i dati del Dipartimento Prevenzione dell’Usl 6 Euganea sono 14 mila i bambini e ragazzi che devono ancora sottoporsi a tutti o alcuni dei vaccini obbligatori. E sarebbero solo il 2 per cento, quindi meno di 300, quelli con genitori fermi su posizioni no-vax. Nei giorni scorsi la direttrice del Dipartimento, Ivana Simoncello, ha assicurato che l’Usl sta tenendo colloqui personalizzati con i genitori che manifestano dubbi, perplessità e contrarietà ai vaccini. La partita è rinviata a marzo, quando si vedrà la contrapposizione dei no-vax fin dove si spingerà e con quali effetti.
 

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