Padova, "Il Borgo" semiabbandonato sogna il riscatto

Il centro commerciale alla Mandria. Negozi chiusi, garage occupati dai senzatetto. Ma i commercianti lo tengono vivo 
PD 06 luglio 2006 Interviste alla mandria. (TOSATTO) - Interviste alla mandria. (TOSATTO)
PD 06 luglio 2006 Interviste alla mandria. (TOSATTO) - Interviste alla mandria. (TOSATTO)

PADOVA. L’incuria e la cura, i problemi e la soluzione, la resa e il riscatto. Il cuore della Mandria coincide - non solo geograficamente - con il piazzale desolato e senza alberi del centro commerciale Il Borgo. Che è insieme una grande opera completa e una grande incompiuta. Tutto e il suo contrario.

DECADENZA Qui i servizi ci sono e mancano allo stesso tempo. Qui le opportunità sono evidenti e si circondano di rimpianti. Qui gli spazi sono ceduti al degrado e, cinque minuti dopo, occupati da sciami di ragazzini che arrivano a giocare, a mangiare un gelato, riaffermando la vitalità del luogo contro ogni segno di decadenza, a dispetto di infiltrazioni e intonaci ammuffiti.

LA NOTTE TERRA DI NESSUNO Qui i sotterranei ispirano progetti ambiziosi di sale pubbliche e laboratori, ma nei sottoscala ci sono senzatetto che hanno allestito camere matrimoniali oppure giacigli di fortuna con stracci e cartoni. Qui c’era la biblioteca - ora chiusa e senza libri - e c’è il wifi acceso, ma sui vetri dell’edificio ci sono tre dita di polvere e sul tetto dello stabile i ragazzi si sfidano in prove di coraggio, dopo il tramonto, camminando sui cornicioni. Qui di notte è terra di nessuno: c’è chi si chiude dentro lo stabile e poi si muove agevolmente fra le porte antipanico.

La storia del Borgo in un video di un minuto

CENTRO DEL QUARTIERE Fosse solo un centro commerciale, come dice il nome, si potrebbe dichiararlo morto - o moribondo - e pensare di abbatterlo, di farci altro, di reinventare tutto, urbanisticamente ma non solo. «E invece Il Borgo è proprio il centro del quartiere», ti ricordano i cittadini. È la sua piazza, è il cuore dei servizi, è il supermercato che nessuno vuol perdere, è la farmacia che gli anziani benedicono, è il luogo che aggrega commercianti ostinati e generosi, che pagano di tasca propria le manutenzioni e che al mattino svuotano i cestini dei rifiuti come se fossero casa e cosa loro. Ma è anche un posto dove si tocca con mano l’assenza del Comune - proprietario del 10 per cento del complesso (75 millesimi di quote condominiali) - che non manda un suo rappresentante dall’aprile del 2014. Anche se tutti reclamano a gran voce un po’ di attenzione, un aiuto.

LA STORIA L’inizio di tutti i problemi è nel parto sbagliato di questo centro che l’impresa Guaraldo ha completato nel 2002, fallendo e poi scomparendo. Ne è seguita una battaglia legale sfiancante. Oggi l’impresa, che è ancora proprietaria del 35 per cento della struttura - tutti edifici vuoti - ha arretrati per 140 mila euro di quote condominiali e paga solo l’1,9% all’anno. Briciole. Così le venti attività che tengono in vita Il Borgo - un tempo erano molte di più - si tassano per qualsiasi spesa extra e hanno appena costituito un fondo (50 mila euro) da cui attingere per far fronte alle emergenze. Non saranno usati per la manutenzione delle scale mobili, rotte per l’ennesima volta e forse condannate per sempre all’immobilità, perché 12 mila euro da spendere non ci sono. E neanche per i vigilantes, ai quali ormai si è rinunciato, anche se servirebbero, basta vedere come sono stati maltrattati gli idranti appena rimessi a posto.

IL PD DENUNCIA «Qui ci vorrebbe il vigile di quartiere», dice Enrico Beda, consigliere comunale del Pd che ha preso a cuore la causa del Borgo e ha presentato una interrogazione al sindaco Bitonci a fine di aprile e poi anche una mozione in aula all’inizio di maggio. «Ci sono i locali, un presidio fisso aiuterebbe a difendere la struttura». Ma non è una frustata di legalità quella che si chiede. Neppure i commercianti auspicano un blitz delle forze dell’ordine. Servono, semmai, i servizi sociali, per accudire chi sotto il centro commerciale trova rifugio. «La risposta migliore sarebbe quella di far tornare a vivere il Borgo in tutti i suoi spazi, riaccendendo i servizi», dicono i commercianti che ci accompagnano in visita alla strtuttura. «C’è da riaprire l’aula studio al primo piano. Sarebbe bello organizzare attività nella piazza Palmanova che abbiamo appena pulito dalle erbacce. Ci si potrebbero fare mercatini, concerti, feste. Tutto il quartiere ruota attorno a questo spazio, lo vorrebbe più bello e più vivo».

I COMMERCIANTI I commercianti non mollano, anche se certi giorni si capisce che la tentazione è forte. Tanti se ne sono andati. «L’altro giorno», racconta una, «ho pagato io 400 euro per far sostituire dieci lampade dei lampioni. La piazza era al buio, non si poteva andare avanti così». Ma poi la notte arrivano bande di teppisti e giocano al tiro a segno e il giorno dopo si ricomincia. Al centro del garage - enorme e inutilizzato - c’è un idrante vuoto: l’hanno preso da su e svuotato qui sotto, per fortuna non su una macchina come è già successo. In un angolo cumuli di vestiti presi dai cassonetti della Caritas. E sotto la scala che riporta di sopra c’è un altro senzatetto appena arrivato che chiede di essere lasciato in pace. Sono le due di pomeriggio e vuole dormire. Ma tanto qui sotto, fino a sera, non arriva nessuno.

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