Padova, il parroco apre le porte alla boxe: palestra di vita

Don Enrico Piccolo: «Ne parlava San Paolo, per un ragazzo difficile è un’esperienza fondamentale» Il maestro Sarti: «I bulli diventano esempi positivi»
Don Enrico Piccolo
Don Enrico Piccolo

SAN GIUSEPPE. Alla parrocchia di San Giuseppe si parla di pugilato: non solo a parole, ma anche con una dimostrazione pratica, che nel pomeriggio di sabato vedrà sul ring gli allievi di Massimiliano Sarti (Padova Ring) contro altri giovani arrivati da tutta Italia. L’associazione tra chiesa e pugilato potrà forse far storcere il naso, ma in realtà è tutt’altro che moderna: «Ne parlava già San Paolo», spiega don Enrico Piccolo, parroco di San Giuseppe, «in una delle sue lettere ai Corinzi. Corinto, all’epoca, era famosa per i giochi istmici e i cittadini conoscevano bene questa disciplina: così, per spiegare gli aspetti di preparazione e autocontrollo che il cristiano deve avere, San Paolo crea un parallelismo proprio con il pugilato».

Il patronato della parrocchia di San Giuseppe
Il patronato della parrocchia di San Giuseppe


Per don Enrico, l’aggancio con l’associazione Padova Ring è arrivato casualmente un paio di mesi fa: «Prima di venire qui ero stato cappellano all’Arcella e avevo già visto come molti ragazzi difficili, con i quali le famiglie e gli educatori non riuscivano a trovare una lingua di comunicazione, avevano fatto passi da gigante grazie al pugilato. L’allenamento duro e costante è una palestra di vita: c’è una sproporzione enorme tra i mesi di preparazione e i pochi minuti in cui ci si gioca tutto. Per un giovane il lungo periodo di fatica in vista di un obiettivo, è un’esperienza fondamentale. E credo sia anche un modo per esprimere positivamente la naturale carica fisica che i giovani hanno in sé e che nell’èra dei social network fatica a trovare sfogo. Per me, come prete, c’è anche una valenza simbolica: parlare di questo sport mi permette di prendere in mano quell’espressione che è la “lotta spirituale”, collocandola al di fuori degli intenti violenti e distruttivi».

Il mini-progetto si divide in due incontri: uno questa sera, alle 21, in sala Cardinal Callegari (via Curtatone e Montanara 4) che sarà l’occasione per conoscere meglio il pugilato e affrontare insieme la naturale diffidenza. Il secondo sabato, a partire dalle 19, nella palestra polivalente di San Giuseppe. «Sarà presente uno psicologo che collabora con noi», spiega Sarti, «e il nostro speaker che presenterà gli incontri. Il progetto nasce da un percorso che portiamo avanti ormai da una decina d’anni con varie associazioni, che ci hanno portato casi, diciamo, disperati: soprattutto “bulli” e ragazzi che hanno attraversato esperienze difficili. Grazie all’allenamento, quelli che erano bulli sono diventati esempi positivi. Non sono pugni quelli che diamo, ma regole che, insieme a impegno e spirito di sacrificio, permettono di raggiungere risultati straordinari».

Silvia Quaranta
 

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