Padova, solo un’impresa su cinque ha chiuso il 2024 in positivo: ecco tutti i dati

Il 2024 è stato un anno difficile per le imprese artigiane di Padova e Rovigo: solo il 21,7% ha registrato una crescita, mentre il 40% ha mantenuto stabilità e il 38,3% ha subito un calo

Il 2024 si è rivelato un anno difficile per la maggior parte delle imprese artigiane di Padova e Rovigo. Secondo un'indagine realizzata dal Centro Studi di CNA Padova e Rovigo, solo il 21,7% delle aziende ha dichiarato un andamento positivo, mentre il 40% ha registrato stabilità e il 38,3% ha subito una contrazione dei principali indicatori economici.

Nonostante le difficoltà, gli artigiani guardano al 2025 con fiducia. Il 45% delle imprese prevede una crescita, il 40% scommette sulla stabilità e solo il 15% teme un peggioramento. Questo ottimismo trova conferma anche nei dati Eurostat di gennaio 2025, che mostrano un indice PMI composito in crescita a 50,2 punti rispetto ai 49,6 di dicembre 2024.

«Nonostante le tante incertezze - tra dazi, aumento dei prezzi dell'energia e difficoltà nel reperire materie prime - gli imprenditori continuano a credere nel futuro» ha dichiarato Luca Montagnin, presidente di CNA Padova e Rovigo.

I dati 

«I nostri artigiani sono il cuore pulsante della società, ma serve un sostegno concreto per evitare che la fiducia si trasformi in delusione. Il governo e gli enti locali devono lavorare insieme alle associazioni di categoria per garantire incentivi e strumenti di supporto adeguati».

L'analisi del fatturato conferma questa tendenza: nel 2024, il 27,7% delle imprese ha registrato una crescita (di molto per il 3,3%, in misura più contenuta per il 24,7%), il 40,3% ha mantenuto stabilità e il 31,7% ha subito un calo. Per il 2025, le aspettative migliorano: il 31,7% delle imprese prevede un aumento del fatturato, il 53,3% stima stabilità e solo il 15% teme una contrazione.

Tra le principali difficoltà segnalate dalle imprese emergono il reperimento della manodopera (26,9%), la riduzione degli ordini (24,8%), il caro energia (24,3%) e la difficoltà nell'approvvigionamento delle materie prime (20%).

 

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