Padova, Kfc toglie i tavolini in strada: «Ci si sedevano gli spacciatori»

PADOVA. Via i tavolini davanti al fast food del pollo fritto Kfc (Kentucky Fried Chicken), aperto il 5 agosto 2018, in quello che da pochi mesi è stato chiamato viale Norma Cossetto, che va dal Mc Donald’s sino all’ex Hotel Monaco, chiuso da sei anni. La drastica scelta è stata effettuata direttamente dalla direzione aziendale di Kfc, che ha subito avvisato anche l’amministrazione comunale e, nello specifico, l’assessorato al commercio, guidato da Antonio Bressa.
spacciatori ai tavolini
«I tavolini, con tutti i posti a sedere all’esterno, sono stati tolti perché ci si sedevano anche gli spacciatori», spiegano al fast food americano, fondato nel 1930 dal colonnello Harland Sanders, presente in 125 Paesi. «Sempre in collaborazione con il Comune, abbiamo provato di tutto per mandarli via, ma è stato inutile». Il risultato è che, a partire da un paio di giorni prima di Ferragosto, niente posti a sedere sotto l’albero bianco di metallo, chiamato anche l’albero della speranza, magari a godersi il fresco della sera. E quindi tutti i pasti, bevande comprese, vengono serviti solo all’interno, dove, naturalmente, funziona un buon impianto di climatizzazione.
cartelli
All’ingresso sono stati affissi due cartelli. Sul primo è iscritto “Area sottoposta a videosorveglianza per ragioni di sicurezza”.
Sul secondo “Non saranno tollerati comportamenti aggressivi, violenti e minacciosi nei confronti del personale. Eventuali incidenti saranno, immediatamente, segnalati alle forze dell’ordine. Si avvisa la clientela che le bevande possono essere vendute esclusivamente per accompagnare i pasti. Naturalmente è vietata la vendita delle bevande alcoliche ai minori”. Togliere i tavolini è il segnale di una resa di fronte al fenomeno dello spaccio che sembra troppo radicato per essere estirpato: sono trent’anni che, sia pure con sottolineature diverse, la piaga della droga segna l’area nei dintorni della stazione ferroviaria. Ora gli spacciatori non bivaccano più davanti al locale Kfc, ma basta fare un giro in viale Cossetto per constatare che i delinquenti della droga, in genere nigeriani e tunisini, non hanno fatto altro che spostarsi di pochi metri, per lo più dietro la fermata del tram, vicino alla frutteria-macelleria mussulmana Padova Market, gestita da una famiglia araba e sia gradini, sempre più luridi, del Monaco. Comunque padroni della zona.
tentativo
Eppure l’apertura del fast food del pollo fritto, una anno fa, era stata salutata dal Comune come una possibilità concreta per allontanare da viale Cossetto gli spacciatori e dunque iniziare la riqualificazione della zona. «Un’attività commerciale non può, da sola, risolvere un problema ormai diventato cronico», sottolinea l’assessore Antonio Bressa. «A questo punto serve uno sforzo corale, a cominciare dai vigili che, come Comune, abbiamo già mobilitato e stanno lavorando con una presenza più capillare. Ma anche tutte le forze dell’ordine, a cui spetta la competenza del controllo del territorio, devono contribuire. Come assessorato del commercio, innanzitutto con il supporto del sindaco, noi non ci fermeremo. Cercheremo di riaprire le attività commerciali attualmente ancora chiuse nel viale (ad esempio l’ex albergo Monaco, di proprietà delle sorelle Vescovi, per la cui vendita viene chiesto un prezzo ritenuto ancora troppo alto), sperando nella disponibilità dei proprietari degli immobili. Perché, nonostante l’obiettivo non raggiunto con il Kfc, questa per noi resta la strada vincente per attrarre sul lato ovest di piazzale stazione socialità positive ed allontanare presenze negative». —
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