Padova, la confessione di don Contin: "Donne, uomini e giochi erotici"

Le carte ufficiali: una testimonianza dettagliata resa ai carabinieri. La stanza del sesso in canonica, i video, i viaggi di piacere 
La chiesa di San Lazzaro e don Contin
La chiesa di San Lazzaro e don Contin

PADOVA. «In relazione alla perquisizione che mi è stata fatta di cui al procedimento n... dichiaro di aver conosciuto in parrocchia alcune donne per la precisione A.A., B.B., C.C., D.D. e E.E. (iniziali di fantasia per tutelare la loro privacy), con le stesse, dopo una lunga conoscenza, ho avuto una relazione sentimentale sfociata in rapporti sessuali... Si consumavano solitamente in canonica anche con la partecipazione di altri uomini anche di colore ma solo con A.A.».

L’autoaccusa. Sesso, orge con immigrati e filmini hard: don Andrea Contin ha ammesso tutto, fin dal principio. Pur negando violenze, costrizioni e minacce. Quella dichiarazione è contenuta nel verbale che il prete firma la mattina del 21 dicembre scorso. Di fronte a lui il sottufficiale dei carabinieri che ha coordinato la perquisizione appena conclusa nella canonica dello scandalo, quella di San Lazzaro, periferia est di Padova.

Il vescovo Cipolla: "Mi vergogno e chiedo scusa per tutti"
Il vescovo Claudio Cipolla

L'impiegata. Due settimane prima, il 6 dicembre, l’impiegata 49enne A.A. aveva presentato la denuncia di 8 pagine che ha fatto scattare l’inchiesta per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione nei confronti del sacerdote. Quell’atto d’accusa era stato confermato, almeno in parte, da un’altra ex amante del prete, B.B., 51enne divorziata.

La stanza. Solo successivamente la perquisizione: all’ultimo piano della canonica i carabinieri trovano una stanza chiusa a chiave, all’interno un “set” a luci rosse tra catene da bondage, collari, falli in plastica di diverse dimensioni, lingerie da sexy shop, filmati in vari formati (cd, chiavette Usb, cassette vhs). Convocato in caserma, don Andrea confessa. E indica per nome e cognome le amanti con il recapito di cellulare.

Padova, tutte le donne di don Contin

I filmini hard. E via con altri dettagli: «A volte filmavo questi incontri sessuali». Filmava, insiste, mai all’insaputa della protagonista A.A., unica interprete di quelle “pellicole” vietatissime. Il prete nega di aver venduto o fatto vedere ad altre persone quei filmini pornografici, “salvati” nelle chiavette usb sequestrate con il resto del materiale. Eppure la donna aveva chiesto in tante occasioni la consegna dei video temendo – ha scritto in denuncia – che potessero essere divulgati in rete dal prete e venduti: una volta aveva scoperto online una sua foto osée.

«Costretta ad assistere al sesso con un trans»
I carabinieri a dicembre sono stati in Curia per visionare alcuni documenti

Paura? Sempre nel verbale successivo alla perquisizione, don Contin si giustifica: non aveva restituito i filmati «nonostante A.A. me li avesse chiesti più volte». Il motivo? «Avevo paura» dice. Poi altre ammissioni. È vero, aveva frequentato il lussuoso relais Ca’ Masieri a Trissino, nel Vicentino, sia con A.A., sia con la 51enne B.B.. Spiega di non ricordare il nome del ristorante del relais (indicato nella denuncia), precisando di non aver fatto sesso lì (nel ristorante) ma all’interno di una delle stanze: «Abbiamo consumato rapporti sessuali».

Ai festini a luci rosse di don Contin c’era anche il parroco di Carbonara
BELLUCO DON ROBERTO PARROCCO CARBONARA DI ROVOLON

Costa Azzurra. E il viaggio in Costa Azzurra nel villaggio per scambisti? Nuova conferma: «Con A.A. siamo andati in Francia per la precisione a Cap d’Agde dove c’è un villaggio naturisti». Pure lì si è fatto sesso, ammette consegnando i famosi stivali bianchi da donna con il tacco, giocattoli sessuali e video hard impiegati nella “stanza dei giochi”. E, come per alleggerire il peso di una scandalo che, ferita profonda per la Diocesi, potrebbe avere pure risvolti penali, conclude: «Mai avuto rapporti sessuali violenti».

Al volante di una Jaguar. La vita “sopra le righe” di don Andrea non poteva passare inosservata. Come è accaduto l’anno scorso quando, in occasione delle nozze del fratello avvenute nel Bassanese, si è presentato al volante di una Jaguar, scortato da una donna di prepotente bellezza che non è sfuggita ai tanti invitati. Nei giorni scorsi il silenzioso rientro di don Andrea dal convento di Trento, dove s’era rifugiato, a Busiago di Campo San Martino, vicino ai familiari che non lo mollano un istante. Lo hanno incrociato solo all’alba o di notte durante qualche passeggiata per una boccata d’aria.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova