Padova. La specializzazione in Malattie infettive rischia di sparire dalla Scuola medica

PADOVA. La Scuola di specializzazione in Malattie infettive e tropicali dell’Università di Padova rischia la bocciatura e la conseguente cancellazione. Un paradosso la perdita di una specialità nella Scuola medica universitaria quando da mesi non si fa che porre a ogni piè sospinto la pressante necessità di formare più specialisti per rimpinguare le corsie degli ospedali che segnano la carenza di camici bianchi. Un controsenso per una Scuola medica che ha tentato, senza successo per ora, di allargarsi a Trento. Già l’anno scorso l’accreditamento è saltato e sono saltati di conseguenza i tre specializzandi in entrata al primo anno. E di recente, data la situazione tutt’altro che promettente, se ne sono andati un ricercatore e uno specializzando. Nel giro di un mese, il Ministero dovrà pronunciarsi sugli accreditamenti e per la Scuola di specializzazione in Malattie infettive il rischio è di ricevere una seconda batosta.
Appelli inascoltati
Se bocciatura sarà, bisognerà inquadrarla nel novero delle “morti annunciate”. Nessuna sorpresa, per una Amministrazione che qualche mese fa è stata sollecitata a intervenire in modo da rimediare alle carenze che già l’anno scorso hanno determinato il mancato accreditamento del corso.
Accreditamento che, peraltro, nel 2017 era stato dato in via “provvisoria” nelle more di un adeguamento ai requisiti richiesti. Adeguamento che, tuttavia, non ci sarebbe stato. Il problema principale è quello di non avere una clinica collegata, un caso unico fra le scuole di specialità. A ciascun corso della Scuola di Medicina del Bo, infatti, corrisponde una struttura clinicizzata in Azienda ospedaliera.
Penalizzazione
Il fatto che la Scuola di specialità in malattie infettive non abbia una clinica di riferimento, comporta l’impossibilità per gli specializzandi che la frequentano di esercitare il ruolo clinico- assistenziale e la ricerca applicata alla clinica. Una situazione che determina un vuoto alla didattica e che limita la possibilità di azione. Ad oggi la strutturazione della Scuola comprende una rete con l’Azienda ospedaliera di Padova e le Usl di Belluno, Treviso e Venezia ma nessuna clinica: una situazione anomala che, unita alla mancanza di un secondo docente - oltre al professore ordinario di Malattie infettive e tropicali Saverio Parisi - hanno determinato lo scorso marzo il mancato accreditamento con la conseguente perdita dei contratti ministeriali e regionali, ovvero le borse di studio, (tre in tutto), per l’accesso di nuovi specializzandi. La specialità rimane attiva per i corsi iniziati negli anni passati, i quali andranno a esaurimento.
Conseguenze
La mancanza di sbocchi clinici, ambulatoriali e di reparto costituisce un danno per gli studenti e i docenti e sarà soprattutto sui primi a pesare nella valutazione di orientarsi verso un’altra scuola che queste garanzie invece le può offrire. A Padova gli infettivologi non possono esercitare il ruolo didattico che prevede una parte formativa di pratica clinica, il ruolo clinico assistenziale, la ricerca applicata alla clinica. Mancando la clinica universitaria non ci sono pazienti da arruolare per la ricerca e i trial di eventuali terapie. Una scuola a metà insomma. Non a caso un ricercatore e uno specializzando hanno già lasciato il Bo per andare in scuole accreditate. Scelta che altri colleghi potrebbero presto imitare. —
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