È morta a 54 anni Raffaella Berto, titolare dello storico negozio Blasco

Titolare dello del punto vendita Blasco in centro a Padova, il primo a vendere abiti di seconda mano: «Un’energia incredibile»

Luca Perin
Raffaella Berto con Vasco Rossi
Raffaella Berto con Vasco Rossi

Padova saluta la «pioniera» dell’abbigliamento vintage e di seconda mano. Venerdì scorso è scomparsa a causa di una malattia oncologica Raffaella Berto, 54 anni, storica fondatrice dell’iconico negozio di abbigliamento Blasco, in assoluto il primo del centro di Padova interamente dedicato agli abiti vintage e di seconda mano.

L’avanguardia negli anni Novanta

Una rivoluzione rumorosa e gioiosa quella da lei portata in città a fine anni ’90: un’avanguardia vera, accompagnata sempre dalle note della musica di Vasco Rossi, artista da lei amato e a cui è dedicato il nome del negozio.

Levi’s, chiodi, parka, giacche in pelle, giacche in jeans tutti di seconda mano che dal 1996 – anno di apertura – hanno fatto convogliare il sabato pomeriggio, in via Dante prima e in via Giotto negli ultimi anni, diverse generazioni di giovani padovani che da Blasco, tra le sue famose mura arancioni, andavano a rifornirsi con le sue occasioni. «Il negozio è stato fondato da lei e da mio padre Mimmo – racconta la figlia maggiore Chiara Jenny Dellomonaco – Il nome è una dedica a Vasco Rossi e alla canzone “La combriccola del Blasco” .

Adorava la sua musica, quando eravamo piccoli portava sempre me e i miei fratelli ai suoi concerti e nei testi delle sue canzoni ritrovava delle vere poesie.

Blasco presto è diventato uno dei posti più iconici nella Padova a cavallo tra fine anni’ 90 e inizio 2000 e un luogo di ritrovo per i giovani: c’era sempre musica e i ragazzi che non potevano permettersi grandi spese trovavano abiti di qualità a prezzi di occasione.

C’era poi un valore etico in quello che facevano perché si dava una seconda vita ai capi di abbigliamento in un momento in cui non c’era ancora questa sensibilità al riutilizzo.

Blasco è così stato un rifugio amorevole per la città e lì dentro lei era fondatrice, commessa, psicologa, amica e consigliera.

Mio padre purtroppo è scomparso per malattia nel 2004, e lì mia madre ha dimostrato una forza fuori dal comune portando avanti l’attività e crescendo da sola me e i miei fratelli Sofia e Francesco Damiano donandoci tutto l’amore del mondo. Era legatissima poi al fratello Daniele e ai genitori Luigi e Adriana».

Tra Montà e Rubano

Raffaella Berto era cresciuta nel quartiere Sant’Ignazio di Montà, per poi trasferirsi a Bosco di Rubano a metà degli anni 2000. Nel 1997 è nata la primogenita Chiarajenny, nel 2001 Sofia e nel 2004 Francesco Damiano, dodici giorni dopo la morte del padre. «Lei ci ha insegnato a trasformare ogni avversità in energia con il sorriso – continua Chiara Jenny – Ha superato sempre ogni battaglia: ha vissuto due vite in una, trasformando il dolore in meraviglia. Nella sua vita è poi entrato il nuovo compagno Francesco che l’ha accompagnata fino all’ultimo. Ringraziamo lo Iov, il sesto piano del Monoblocco e l’hospice Paolo XI della Mandria per essersi presi cura di lei.

Solo pochi mesi fa aveva scritto sui social una riflessione in cui invitava le persone a tornare a vivere i propri cinque sensi rientrando a popolare i negozi fisici che invece la tecnologia ha un po’ svuotato.

Un mese fa ci disse la frase “candela che brucia in fretta si spegne presto”: lei per noi è stata la candela più luminosa e spegnendosi ha rilasciato un’energia incredibile. Vorremmo che il suo ultimo saluto fosse un momento da vivere col sorriso».

Il funerale si terrà martedì 14 alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Ignazio di Loyola di via Montà.

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