Padova, primo intervento al mondo su cuore battente

PADOVA. Nuovo primato mondiale per la cardiochirurgia diretta dal professor Gino Gerosa dell’ospedale di Padova.
Per la prima volta è stato infatti eseguito un intervento chirurgico per la rimozione di una massa di 3 centimetri nella parte sinistra del cuore di una donna con tecnologie microinvasive evitando il «tradizionale» intervento a cuore aperto.

La procedura è stata eseguita a cuore battente, senza l’ausilio del bypass cardiopolmonare totale, senza aprire il cuore con il minor numero di incisioni possibili, partendo da una minitoracotomia sinistra di soli 4 centimetri e con piccole incisioni dalla punta del cuore inferiori ad 1 centimetro.
L’equipe chirurgica ha poi proceduto ad inserire un catetere attraverso l’apice del cuore al cui interno è stata fatta passare una cannula di aspirazione collegata ad una pompa centrifuga e ad un filtro che ha permesso come un’aspirapolvere l’aspirazione ad alto flusso del materiale estraneo.
Il delicato intervento chirurgico è durato circa 3 ore e il dispositivo utilizzato in questo caso specifico è un by-pass extracorporeo artero-arterioso.
L’intervento è riuscito e la paziente di 70 anni ha avuto un rapido recupero.
«Ancora una prima mondiale per la sanità veneta. Un motivo di grande orgoglio con un significato particolare, perchè la notizia arriva all’indomani della firma dell’Accordo che porterà alla realizzazione del nuovo Policlinico di Padova. È uno sprone in più per dare presto e bene questa nuova struttura di valenza internazionale a sanitari che danno il meglio e meritano di lavorare nelle migliori condizioni».Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia si complimenta con l’equipe di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Padova diretta dal professor Gino Gerosa.
«Siamo orgogliosi e grati a questo team in tutte le sue componenti specialistiche - prosegue Zaia - per quanto stanno facendo, anche nella ricerca di strade nuove, per la cura dei cittadini. Non parliamo solo dei veneti, ma anche dei tantissimi che da fuori si rivolgono ai nostri sanitari sapendo di poter contare sulle loro grandi capacità cliniche, da primi al mondo».
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