Padova, scure sui Solisti Veneti, 100mila euro in meno di contributo statale: «L’attività è a rischio»

PADOVA. Una nota sghemba l’avrebbe pure sopportata, avrebbe chiuso un orecchio in presenza di una stonatura ma vedersi decurtato di centomila euro il contributo del Fondo unico per lo spettacolo è altra cosa. È come ascoltare un’intera orchestra suonare strumenti scordati, anzi rotti, calpestati e fatti a pezzi.
Il taglio. E Claudio Scimone, 83 armoniosi anni, fondatore (nel 1959) e direttore dei Solisti Veneti con i quali ha fatto seimila concerti in giro per il mondo, non solo non ci sta ma alza la voce. «È una falcidia, e vogliamo informare l’opinione pubblica del Veneto, le autorità, gli enti locali e i parlamentari, della deliberazione altamente lesiva della nostra attività presa dalla Direzione generale dello spettacolo (ministero Beni culturali, ndr) riguardante la distribuzione del Fondo unico per lo spettacolo 2018 che penalizza fortemente la categoria del complessi strumentali (di cui i Solisti fanno parte) a favore di categorie che contemplano istituzioni più forti sul piano politico e sindacale quali le Ico (Istituzioni concertistiche orchestrali) e i teatri di tradizione (Regio di Parma, Sociale di Rovigo per fare due esempi, ndr)».
Paradosso In particolare, continua il maestro Scimone «si è verificato il paradosso che mentre la Commissione per la valutazione della “Qualità artistica” ci ha dato valutato con 32 punti su un massimo di 35, punteggio altissimo, la sovvenzione concessa al nostro ente è stata decurtata di 100 mila euro». Il che equivale a un taglio di un terzo visto che il contributo su cui l’ente Solisti poteva contare ammontava fino a prima a 316 mila euro.
Doccia fredda «Questa deliberazione» prosegue il maestro «è stata comunicata, come quasi ogni anno, a tutti gli interessati alla fine di luglio cioè dopo che ampia parte della programmazione è già stata realizzata e comunque con l’obbligo di realizzare quasi integralmente il programma presentato e quantificato nella domanda». Come dire: propongo tot concerti sapendo che potrò contare su 316 mila euro, il ministero me ne toglie 100 mila ma io devo produrre lo stesso programma. I conti non tornano.
Rischio stop «È chiaro che in tali condizioni i Solisti Veneti che hanno iniziato la loro sessantesima stagione di un’attività gloriosa dedicata a diffondere nel mondo l’immenso patrimonio della musica veneta e italiana di tutte le epoche attraverso seimila concerti in 90 Paesi e oltre 300 titoli registrati in dvd, cd, lp, si troveranno in futuro a dover sospendere la loro attività». Scimone termina rivolgendo un appello al mondo istituzionale padovano e veneto «per ottenere dal Ministero la condizione economica a cui eravamo abituati».
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