Padova, sgombero all'ex Macello in via Cornaro

PADOVA. Dalle prime ore del mattino è in corso lo sgombero di una parte dei locali dell'ex Macello in via Cornaro. Lo sgombero è eseguito dalla Polizia locale, dalla Polizia di Stato e dai carabinieri su ordinanza del sindaco datata 10 gennaio 2020, per ragioni di incolumità pubblica.
In particolare i locali che sono stati sgomberati sono quelli dell'ala destra del frontone dell'edificio su via Cornaro, che versavano in grave stato di degrado e presentavano rischi di incolumità. Un provvedimento dovuto a motivi di carente solidità strutturale. I locali erano occupati da alcune associazioni facenti parte della Clac (Comunità libere attività culturali) e da Cucina Brigante, definita dalla Questura come facente riferimento all'area antagonista.
Gli operai del Comune hanno provveduto a murare gli ingressi della palazzina per evitare ulteriori occupazioni.

Le operazioni di polizia hanno provocato qualche disagio al traffico lungo la circonvallazione interna.

Successivamente allo sgombero, Cucina Brigante ha organizzato un piccolo presidio in strada, nell'area antistante, esponendo le cassette di frutta e verdura, per dimostrare che ora non ha più una sede.

Intanto scoppia subito una polemica politica all'interno della maggioranza, con esponenti del coordinamento politico di Coalizione Civica che contestano l'azione ordinata dal sindaco.
«Qui non si tratta - spiega il sindaco Giordani - di sgomberare un locale per motivi ideologici che non mi appartengono né mi apparteranno mai in futuro, ma agire per motivi palesi di sicurezza. Da mesi va avanti un'interlocuzione con le realtà che occupano il complesso, a tutte è stato detto che eravamo disponibili a studiare soluzioni alternative e alcune associazioni che hanno accettato sono state già ricollocate con successo. Non sono mai contrario ad attività interessanti per la città ma queste devono poter essere svolte nella sicurezza di chi le propone e di chi le frequenta».
Dopo lo sgombero, è partito un corteo di rappresentanti delle associazioni fino al Comune, dove è stato organizzato un presidio.
(ha collaborato Giulia Gatto)
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