Padova: «Spacciatori, prostitute e rifiuti: difficile vivere vicino allo stadio»

I residenti di Montà sono esasperati: «Ci sentiamo prigionieri in casa nostra Invitiamo sindaco e assessori a passare di qui in bicicletta»  
MARIAN - FOTOPIRAN - PADOVA- RIFIUTI PARCHEGGIO SUD STADIO EUGANEO
MARIAN - FOTOPIRAN - PADOVA- RIFIUTI PARCHEGGIO SUD STADIO EUGANEO

PADOVA. 

Un pugno di ordinate villette protette da alte cancellate e, a pochi metri, la desolazione del parcheggio Sud coperto di rifiuti. «Domenica c’è stata la partita», sbotta una donna che vuole restare anonima, «ma questo immondezzaio non è una novità. Siamo esasperati, prigionieri in casa». Le decine di bottiglie, cartoni e interi sacchi di pattume marcescente sono solo la punta dell’iceberg del degrado che ogni giorno i residenti sono costretti a subire. «Furgoni di nomadi che scaricano di tutto, prostitute fin dal pomeriggio, spacciatori, animali abbandonati nella canaletta che non viene mai pulita ed è piena di zanzare. Ad ogni pioggia andiamo sott’acqua e ora anche i tifosi...», continua esasperata.

le lamentele. «I nomadi bivaccano ogni giorno, una ventina tra bambini e adulti», racconta Guido Arrighini dal Palaindoor. «Ora si fermano meno perché i vigili sono più severi». «Se aggiungiamo il disastro che troviamo dopo le manifestazioni», chiosa Cristina Vecchiato, «questo parcheggio è un’indecenza». Le fa eco l’altra donna: «Concerti, partite, festival: ogni scusa è buona per abbandonare di tutto. Non è che la nettezza urbana non passi, però servirebbero servizi più mirati. E più educazione da parte di tutti». Simone Norbiato di AcegasAps sottolinea che l’area è gestita dalle società che organizzano gli eventi, che hanno in carico anche la pulizia del parcheggio, e che rispetto ad anni fa anche la situazione con i nomadi è migliorata. Resta la disperazione delle famiglie che oltre a vivere isolate si trovano in situazioni poco piacevoli. «Siamo costretti a tenere i figli chiusi in casa o a seguirli perché non vengano avvicinati da prostitute e spacciatori», confida sconsolata la donna che vive lì da 17 anni.

«abbiamo pauira». Il ricordo dell’omicidio di un filippino consumato a pochi passi da casa a inizio luglio è ancora forte: «Siamo allo stremo: abbiamo paura a rientrare, ci è addirittura capitato che durante un maxi concerto ci proibissero di passare in auto, è ridicolo». Tante le richieste: ad Acegas, al Comune, alle forze dell’ordine: «Riguardo Padova tutti pensano al centro storico o ai grandi progetti come quello per il rifacimento dell’Euganeo. Tante belle idee, ma se non partono dal basso non andranno incontro ai cittadini». È arrabbiata, sfinita dal sentirsi reclusa in una casa che ama e non vuole abbandonare. E allora conclude con un invito esplicito: «Sindaco, assessori, dirigenti, passate qui in bicicletta. Noi non ci fidiamo più a farlo, provate a venire di persona a vedere come si vive vicino all’Euganeo». —

Serena De Salvador .

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova