Padova su Instagram: Prato e Santo vincono su tutti, dimenticato Giotto

PADOVA. Prato della Valle e il Santo. E ancora la Specola, l’Orto botanico e i numerosi scorci fluviali. Padova in Instagram (il social network famoso in tutto il mondo in cui ognuno può pubblicare fotografie) appare così: più di 180mila immagini compaiono nella notissima applicazione per smartphone e tablet con gli hashtag #padova e #padua (la dizione anglosassone).
L’uso dei filtri. Gli angoli più famosi, ma anche quelli più nascosti della nostra città, fanno mostra di sé secondo svariate interpretazioni, punti di vista e lo sfrenato uso di filtri. E in un mondo che comunica sempre di più con le immagini, naturale che una città debba misurare il suo successo turistico e l'affezione dei propri abitanti attraverso il contenitore per immagini più popolare del pianeta. Padova non fa eccezione.
Il social. Nato nel 2010 dall'idea di due americani, Kevyn Sistrom e Mike Krieger, Instagram è gratuito e permette agli utenti di scattare foto, personalizzarle con filtri e contrasti, e condividerle su numerosi servizi di social network, tra cui Facebook e Twitter. Conta più di 200 milioni di utenti che crescono in modo esponenziale di mese in mese. A spulciare fra le centinaia di migliaia di immagini taggate Padova, si scopre un mondo di appassionati di scatti, che vogliono rendere social il proprio modo di vedere la città. Dagli abitanti, che magari privilegiano i cosiddetti “scatti rubati” che vanno al di là delle canoniche mete turistiche e che non hanno bisogno di ambientare con monumenti o statue il proprio punto di vista; ai turisti, che rimangono colpiti dalla Padova più classica: quella delle piazze e dei portici, della Basilica del Santo e di Prato della Valle.
La Cappella non c’è. Brilla invece per la quasi assenza uno dei punti di riferimento artistici della città: la Cappella degli Scrovegni. «Credo possa dipendere dal fatto che la zona non è fra le più curate della nostra città», afferma Valentina, 38 anni, che con l’ironico soprannome “stycazzy” si occupa del gruppo #ig_padua, che in Instagram conta ben 83mila post, con una media di un centinaio di foto taggate al giorno.
Le due categorie. «Bisogna fare un distinguo fra le foto postate dai turisti, soprattutto stranieri, e da chi Padova la vive tutti i giorni. In quest’ultima categoria, per esempio, si notano molte foto di piatti, scattate nei locali e ristoranti più in voga». Anche #igerspadova, con i suoi quasi 63mila post, ha da dire la sua in fatto a Padova vista per immagini. Ruggero Cherubini, 52 anni, fotografo di matrimoni di Limena, ne è l’amministratore. «Per me è un divertimento e un modo di esprimermi: attraverso le foto che scatto e che condivido su Instagram comunico le emozioni che vivo in città».
#Instapadova. Anche il nostro giornale ha un hasthag molto frequentato: è #instapadova (la nostra Padova su internet), che cattura ogni giorno decine di foto di padovani e non, sempre pronti ad immortalare luoghi, persone, situazioni. Un progetto innovativo che potete seguire sul nostro sito www.mattinopadova.it.
La frasi dei turisti. «Anche se mi ero persa cercando la giusta direzione, il paesaggio era bellissimo»: scrive una turista in lingua spagnola, postando uno scorcio del Bacchiglione da Ponte Molino, dove un tempo il passaggio del fiume forniva forza motrice alle ruote degli antichi mulini. Un altro utente, stavolta italiano, pubblica una foto della Specola, antico osservatorio astronomico dell'Università di Padova, posta sulla maggiore delle due torri dell'antico Castello, la cosiddetta Torlonga. E commenta con un significativo: «Altro che Milano».
Street artist. E fra storia e modernità, ecco spuntare le mura delle nostra città, tela per due fra i maggiori street artist padovani: Kenny Random e Alessio-b, che con il loro tratto inconfondibile e l'uso di colori vivaci hanno reso unici diversi angoli cittadini. «Mi sono trasferito a Padova da poco, e per me fotografarla e 'instagrammarla' è un modo per coniugare la mia passione per gli scatti e l'amore per la mia nuova città», racconta Gilberto De Faveri, 34 anni. «Inoltre in questo modo ho la possibilità di conoscere altre persone con interessi simili ai miei».
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