Padova: tentato raid incendiario da Bertin, giallo al salone delle auto usate

PADOVA. Qualcuno nella notte tra sabato e domenica ha tentato di mettere a segno un attentato incendiario da Bertin Auto, in via Gattamelata.
I vigili del fuoco sono intervenuti insieme ai carabinieri poco prima di mezzanotte e hanno sequestrato ciò che resta di una specie di ordigno, che non è esploso completamente. «Io non ho problemi con nessuno» ripete Nicola Bertin, 65 anni d’età e, a marzo prossimo, 32 di attività nella vendita di auto usate.
l’allarme
Dunque tra le 23.30 e mezzanotte un passante chiama i vigili del fuoco segnalando un rogo all’altezza del civico 130 di via Gattamelata, cioè il viale che costeggia il concessionario Vespa.
Quando i pompieri sono arrivati sul posto si sono accorti però che l’incendio, in realtà, era stato appiccato alla recinzione sul retro di Bertin Auto. In poco tempo hanno spento le fiamme e, solo successivamente, i carabinieri hanno sequestrato i resti dell’ordigno. Gli investigatori parlano di una “molotov” ma a terra sono rimaste chiaramente tracce di plastica bruciata.

il titolare
Nicola Bertin, il titolare della rivendita di auto usate, è stato informato del fatto solo domenica mattina. I carabinieri l’hanno invitato in caserma, dove è rimasto quasi due ore per rispondere a una serie di domande sulla sua attività lavorativa e sulla sua vita personale. «Non riesco proprio a capire chi abbia potuto fare una cosa del genere» si chiede. «Io, come regola, prima di consegnare un’auto mi faccio pagare anticipatamente. Quindi non ho pendenze con nessuno.
Quanto alle macchine che vendo, la gente che viene qua sa cosa compra». Il commerciante ha verificato l’impianto d’allarme per vedere se, per caso, fosse scattato. Nulla. Nessun segno di effrazione. Solo quelle tracce di plastica bruciata per via dell’incendio che non ha avuto tempo il di svilupparsi.
le indagini
Chiaramente i carabinieri hanno chiesto a Bertin anche se informazioni sulla sua polizza assicurativa contro gli incendi. Significa che non sarà trascurata alcuna ipotesi, neppure quella che sia stata lui stesso a tentare di appiccare il fuoco. «Non avrebbe senso» spiega lui. «La mia assicurazione risponde per i danni da incendio nell’ufficio, non nel piazzale».
Tutti gli elementi saranno comunque valutati attentamente. Certo è che se il fuoco si fosse propagato, avrebbe avvolto subito una fila di auto parcheggiate proprio lì nel retro, causando così un possibile effetto a catena. «L’unica pendenza che ho è con un ex dipendente, con cui sono in causa» rivela Bertin. «Ma non credo che possa aver fatto una cosa del genere».
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