Padova, una cena per festeggiare il ritorno dell’ex brigatista

Scarcerato dopo 9 anni Davide Bortolato, una festa all'ex Gramigna per accoglierlo
BARON GM ARRESTI TERRORISMO BORTOLATO DAVIDE - - Davide Bortolato, nato a Treviso, e' considerato uno dei capi dell'organizzazione
BARON GM ARRESTI TERRORISMO BORTOLATO DAVIDE - - Davide Bortolato, nato a Treviso, e' considerato uno dei capi dell'organizzazione

PADOVA. Dopo nove anni di reclusione il capo è tornato e i compagni l’hanno salutato con una grande festa. Davide Bortolato, 45 anni, considerato il leader del nucleo padovano delle Nuove Brigate Rosse, è stato scarcerato l’8 gennaio scorso. Nuove e vecchie leve del Gramigna hanno organizzato una serata in suo onore alla mensa occupata di via Marzolo. Cena e pugno sinistro alzato: contro l’imperialismo, contro il capitalismo, contro la repressione. Ora che “il colonnello” è tornato con la medaglia del carcere al petto, bisogna organizzare al meglio il nuovo corso del collettivo politico.

Operazione tramonto. Davide Bortolato, ex operaio alla Fin.Al di Vigonza, ex delegato della Fiom Cgil nonché membro del direttivo sindacale, venne arrestato all’alba del 12 febbraio 2007. Secondo l’accusa i militanti delle Nuove Br, attraverso il braccio armato del Partito comunista politico militare, avevano messo in piedi una banda armata e cercato di progettare alcuni attentati, tra cui uno al giuslavorista e parlamentare democratico Pietro Ichino.

Carrai GM conferenza stampa rinvenimento armi - Carrai GM conferenza stampa rinvenimento armi
Carrai GM conferenza stampa rinvenimento armi - Carrai GM conferenza stampa rinvenimento armi

L’asse portante dell’accusa nei confronti delle nuove Br partiva dalla supposta esistenza di una struttura piramidale compartimentata. Per il pm milanese Ilda Boccassini i «cervelli» del Partito comunista politico-militare erano Davide Bortolato, Alfredo Davanzo, Claudio Latino e Vincenzo Sisi, i primi tre veneti, cresciuti politicamente a Padova. Latino, vecchia conoscenza in Autonomia Operaia, con Sisi e Bortolato teneva le fila a Padova, Milano e Torino. I rapporti con i «compagni svizzeri», invece, erano curati da Davanzo.

La sentenza di primo grado molto pesante (14 condanne per un totale di 107 anni di carcere) quasi integralmente confermata in appello, fu poi annullata dalla Cassazione con rinvio a un appello-bis che aveva drasticamente ridotto le pene, azzerando l’aggravante per finalità terroristica. La pena per Bortolato fu di 11 anni, in gran parte scontata nel carcere di Catanzaro.

B€LLOTTO - SGOMBERO VIA MARZOLO
B€LLOTTO - SGOMBERO VIA MARZOLO

Festa in via Marzolo. Appena arrivato a Padova Bortolato è stato subito accolto dai compagni che non solo gli hanno fatto visitare gli spazi della Marzolo occupata ma hanno anche organizzato una serata in suo onore. Vi hanno preso parte oltre una cinquantina di persone, tra vecchi e nuovi. «Nessuna gabbia potrà spegnere il nostro bisogno di libertà» è lo slogan che suona come un mantra alla mensa proletaria, tra brindisi e strette di mano. Il gruppo lo attendeva e Davide Bortolato è tornato al momento giusto. Ora ha 45 anni, ha vissuto l’esperienza della galera e non ha mai tradito i suoi ideali. Anzi, il suo ritorno nelle fila del collettivo politico non fanno che confermare la sua militanza.

Scompare il nome Gramigna. Il collettivo politico Gramigna storicamente riunisce i “duri e puri” del movimento antagonista: tutti riuniti intorno ai valori dell’anti-imperialismo e dell’anti-capitalismo, per una società senza più classi, guerra e sfruttamento. Sono quelli che per anni hanno mantenuto rapporti freddi con i “cugini” del Pedro, sono quelli che da sempre cacciano i giornalisti perché considerati asserviti al potere. Ora, però, è in atto un cambiamento. E si comincia proprio dal nome. “Gramigna” è sparito da qualsiasi volantino di propaganda proletaria. Nel sito internet www.cpogramigna.org l’ultima notizia è stata inserita il 6 maggio 2015. Da allora più nulla. Quei militanti ora si ritrovano sotto un nuovo nome: Marzolo occupata. L’esperienza dell’occupazione degli spazi dell’Università di Padova ha dato nuova linfa agli ex Gramigna che ora si riconoscono solo sotto questa insegna. C’è un gruppo Facebook molto attivo che dirama volantini e organizza azioni di protesta. Ma serviva dare una risposta anche all’emergenza di questi tempi. Ecco quindi il Comitato Lotta per la Casa, il cui scopo è trovare una sistemazione per i senzatetto e bloccare gli sfratti dell’ufficiale giudiziario. Sono giovani, abili e comunicativi. Organizzano i sit-in, avvisano i giornalisti e condividono le azioni con i social network.

Ma non è finita, perché bisognava in qualche modo abbracciare anche il mondo studentesco, acquisendo appeal anche gli occhi dei più giovani. È nato così il Collettivo Universitario Redant (formiche rosse), realtà autonoma con profilo Facebook indipendente. “Né con Bitonci-LegaNord, né con Bruna Coscia-Pd”, scrivono a proposito della polemica sulla Fiera delle Parole. Per calcare il mondo dei precari, invece, è stato creato Clash City Workers: “un collettivo fatto di lavoratori e disoccupati, di quelli che vengono comunemente chiamati giovani precari” indicano sul sito loro sito internet. “La traduzione del nostro nome suona un po’ come lavoratori della metropoli in lotta”. Ed è una lotta su più fronti, a maggior ragione ora che il capo è tornato.

e.ferro@mattinopadova.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:centri sociali

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova