Influenza, vaccini dal primo ottobre nel Padovano: casi di australiana in aumento
All’Usl 6 sono arrivate già 180 mila dosi, Sbrogiò (Dipartimento Prevenzione): «Anziani e malati cronici i soggetti più a rischio». Saranno organizzati degli open day per facilitare la copertura

Se c’è un aspetto positivo dell’influenza è che, trattandosi di un virus stagionale – legato all’autunno-inverno – arriva prima nell’emisfero sud e poi da noi.
Questo ci permette di sapere in anticipo quali ceppi del virus circolano e quanto sono aggressivi. Soprattutto ci permette di preparare per tempo il vaccino capace di immunizzare contro i ceppi che si diffonderanno anche qui.
Ecco quindi che dalla lontana Australia, dove il picco invernale è coinciso con il nostro picco estivo, le indicazioni in preparazione dell’ondata influenzale arrivano forti e chiare: virus aggressivo, casi in aumento rispetto al passato, incremento dei casi gravi, diffusione del ceppo – raro – B per cui negli anni passati non ci si era immunizzati.
Detto fatto: non c’è tempo da perdere tant’è che la campagna vaccinale contro l’influenza inizierà già dal primo ottobre. Il Dipartimento Prevenzione dell’Usl 6 Euganea diretto da Luca Sbrogiò sta già ricevendo dalla Regione oltre 180 mila dosi.
«L’inizi della campagna vaccinale è stato fissato al primo ottobre» conferma lo stesso Sbrogiò, «visti i dati che possiamo osservare sull’andamento della influenza nell’emisfero sud è consigliabile iniziare presto. Non che quello che accade di là per automatismo si ripeta uguale di qua» rileva il medico, «tuttavia ci dà indicazioni utili per prepararci al meglio ad affrontare la stagione autunno invernale. I ceppi che sono circolati sono tutti coperti dai nostri vaccini, compreso il ceppo B che è raro e negli anni scorsi non è circolato quindi non ci si è immunizzati. Anche questo, però, è stato incluso nel nostro vaccino. L’Australia ha registrato un importante aumento dei casi, il 70 per cento in più rispetto all’anno precedente, e anche di casi gravi e questa» sottolinea Sbrogiò, «è una indicazione che ovviamente spinge a vaccinare».
Il Dipartimento Prevenzione ha già incontrato i medici di Medicina generale per organizzare la campagna di vaccinazione: sono loro, a tutti gli effetti, il principale braccio operativo sul territorio: «L’anno scorso, in linea con quelli precedenti, i medici di base hanno somministrato circa l’80 per cento dei vaccini, insieme ai pediatri di libera scelta per quanto riguarda i minori» appunta il direttore del Dipartimento, «un 10 per cento è stato effettuato dalle farmacie e un altro 10 per cento tra case di riposo e distretti. Saranno organizzate delle giornate dedicate, degli open day, sia in ottobre che in novembre: ciascun medico o medicina di gruppo e pediatra si organizzerà informando per tempo i propri assistiti».
Le 180 mila di vaccino non sono tutte uguali: «C’è il vaccino spray per i bambini, quello indicato per la fascia centrale di età, quello rinforzato per gli anziani e anche quello per chi è allergico alle proteine dell’uovo. Quanto alle indicazioni» continua Sbrogiò, «ricordiamo che il vaccino contro l’influenza è consigliato per i bimbi dai 6 mesi ai 6 anni, per gli anziani - è gratuito in Veneto per gli over 60 - per tutte le persone affette da patologie croniche indipendentemente dall’età».
Infine, come sempre anche negli anni passati, il vaccino è gratuito per tutte le persone che appartengono a categorie particolari in funzione di professioni a contatto con il pubblico: tutto il personale sanitario, forze dell’ordine, autisti di mezzi pubblici, donne in gravidanza, personale che lavora a contatto con animali, ricoverati in reparti di lungodegenza, persone affette da malattie croniche (diabete, malattie cardiache, del sistema o respiratorio o del sistema immunitario).
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