Padova, volpe morta in tangenziale

PADOVA. La carcassa di una volpe attira l’attenzione degli automobilisti in corso Kennedy. È piccolina, di un rosso molto chiaro, ma dalla folta coda. La foto del’animale senza vita è rimbalzata sui social, con decine di condivisioni su Facebook.
Ma la notizia è che non si tratta di un caso isolato. Non è l’unica avvistata: nei vicini argini, da Noventa a San Gregorio, sono state riconosciute anche da chi correva di sera. Che ci fanno le volpi in città? Si spostano dalla campagna verso il centro abitato? C’è da preoccuparsi? Risponde l’esperto: il veterinario Ferdinando Zanin, dal 1990 ha un ambulatorio all’Arcella, si occupa di animali domestici ma nel corso degli anni ha sviluppato una notevole esperienza e competenza anche nel trattamento delle patologie degli animali esotici, dai rettili ai rapaci, dai furetti ai pappagalli. Inoltre da anni il suo ambulatorio è un centro di primo soccorso della Lipu e Zanin è il referente per il recupero della fauna selvatica per la polizia provinciale. «Come a Londra», rivela, «abbiamo volpi anche in città, ma sono animali talmente schivi che difficilmente vengono avvistati perché vengono fuori alle 2 o alle 3 di notte».
Perché adesso? «Perché stanno nascendo i cuccioli», spiega l’esperto, «e sono proprio i più piccoli a rischiare di più. Le femmine adulte ormai hanno il loro territorio, sappiamo dove sono da almeno quindici anni, di solito vicino ad un corso d’acqua, dove c’è anche del verde, ad esempio lungo i Bastioni e dove possono trovare facilmente del cibo».
Assoluto riserbo sui luoghi precisi per preservare le stesse volpi dal rischio che vengano disseminati bocconi avvelenati. «Ci sono strane idee su questi animali», continua il medico, «vivono all’ombra, nascosti, si cibano di insetti, bisce e topolini, non ci sono galline in città da aggredire e, soprattutto, non veicolano la tanto spaventosa rabbia: la rabbia è un virus che in Italia non c’è».
Secondo Zanin sono più sicure quelle in città che quelle in campagna: «Ci sono piani di abbattimento da parte della Provincia», riferisce, «che riguardano diversi esemplari ogni anno». Cosa fare se se ne avvista una? «Chiamare la polizia provinciale che è responsabile della fauna».
Elvira Scigliano
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