Padre Franco da 55 anni in Ciad per dare veri «aiuti a casa loro»

CAMPOSAMPIERO. Aiutarli a casa loro? Musulmani e cattolici insieme? Un gesuita di Camposampiero sta realizzando questi obiettivi, di cui tanto si parla, dopo essere partito per il Ciad dalla sua casa di via Corso 55 anni fa, nel settembre 1963.

Padre Franco Martellozzo, 80 anni, da poco è ritornato nella sua missione dopo la consueta visita ai propri "sostenitori" e ai familiari.

Quello che ha realizzato in Ciad in questi anni ha dell'incredibile. Nella diocesi di Mongo, vasta una volta e mezza l'Italia con solo 3 milioni di abitanti e dove operano 7 preti e un vescovo, padre Franco vive in una comunità di 500 villaggi, al 98% musulmana. «All'inizio è stata dura perché i musulmani temevano che noi cristiani, con le nostre iniziative, puntassimo alla loro conversione». Ma l'obiettivo del tenace prete di San Marco era un altro: garantire la libertà, creare autonomia, portare le basi di un minimo di benessere.

Così, in tanti anni di missione, ha trasformato la vastissima area della diocesi Mongo. Dalle scuole autogestite dai genitori ai pozzi per l'acqua, dai dispensari medici alla banca dei cereali che oggi conta ormai 35.000 iscritti.

«Con la banca dei cereali, che conserva i prodotti della terra anche per le stagioni di scarso raccolto, abbiamo assicurato a tutti un minimo di autonomia alimentare liberando le persone dalla morsa degli usurai», spiega padre Franco. In questi ultimi anni il suo progetto aratri sta coinvolgendo anche molti imprenditori padovani.

Dopo il fallimento della politica governativa dei trattori, la comunità di Mongo è tornata all'aratro a trazione animale grazie agli insegnamenti e al sostegno di padre Franco.«A oggi, con i sostegni che mi arrivano dall'Italia, piccole aziende artigiane locali hanno costruito 500 aratri venduti ai contadini a metà prezzo; con il ricavato stiamo procedendo alla realizzazione di nuovi aratri. L'obiettivo e di fornirne altri 750 affinché ogni contadino possa avere il suo e raddoppiare così la resa del proprio terreno. La formazione invece, coinvolge 1.200 contadini che, in questo modo, stanno lontani dai fondamentalismi», ha ricordato il missionario in un recente incontro organizzato da Fraternità Missionaria e Mano Amica.

Per fare tutto ciò, fondamentale è il legame che padre Franco tiene con il Camposampierese anche attraverso i social. «Senza l'aiuto di tante persone, associazioni padovane e non solo, non avrei potuto fare nulla. E lì in Ciad avremmo pregato tanto, ma saremmo morti di fame». —

FRA.Z.

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