Padre Mauro, i dehoniani e una parrocchia che riunisce

«Il Crocefisso è un paese, nel senso più bello del termine». Padre Mauro, giornalista, dehoniano, è parroco della chiesa del Crocefisso dallo scorso novembre.
Con i parrocchiani è stato amore a prima vista, tanto che vengono pure da fuori a sentire le sue omelie: un po’ lunghe, ma che arrivano al cuore. In sei mesi il religioso è riuscito a farsi un’idea precisa del quartiere, sarà anche grazie alla benedizione delle case, non ancora finita, che lo sta portando in ogni focolare domestico.
«Abbiamo investito molto nel nuovo patronato», riferisce, «800 mila euro di cui 300 mila un mutuo che stiamo pagando: siamo una parrocchia povera ma che ha sempre saputo automantenersi. Per noi è una scelta formativa, culturale e d’incontro per il territorio: corsi (lingua, cucina), pranzi, cene, feste di compleanno, ma anche conferenze, è importante che le persone escano di casa. Viviamo tanta precarietà, la Caritas aiuta alcune famiglie, il 50 per cento sono italiani».
I Dehoniani al Crocefisso sono un pilastro: qui hanno la loro casa; qui, per la precisione in via Bembo, c’è il Segretariato animazione delle missioni, dove tornano i missionari dall’Africa, dall’America latina, dall’Ecuador e dal Mozambico per portare la loro testimonianza, per le visite mediche e per il riposo che segue tre lunghi anni di missione.
La comunità si prepara, il prossimo 30 ottobre, a festeggiare i primi cinquant’anni della chiesa.
(e.sci.)
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