Padrona e cagnolino muoiono insieme

Il barboncino ha cessato di vivere nello stesso istante in cui si è spenta l’anziana proprietaria, rannicchiato ai piedi del suo letto

TOMBOLO. Lei si è aggravata, lui ha smesso di mangiare. E quando il cuore di lei ha smesso di battere, anche lui ha chiuso gli occhi per sempre. Questo il legame straordinario tra una donna anziana e il suo cagnolino, un’empatia difficile da spiegare con i canoni della scienza, una sintonia che li ha uniti nella vita, nel dolore finale e nella morte. Gemma Giacomazzi, 94 anni, residente in via Roncà a Onara di Tombolo, si è spenta circondata dall’affetto dei suoi cari. E con lei, insieme a lei, è morto anche il suo adorato Cupido. Nello stesso momento. Vedova da quasi cinquant’anni di Alberto Bertollo, che faceva l'agricoltore, ha avuto a fianco i tre figli Luigina, Maria e Luigi. Una vita spesa dedicandosi alla famiglia, aiutando il marito nell'attività. Ha attraversato il Novecento con temperamento e tenacia, arrivando a sfiorare il secolo di vita.

Negli ultimi due anni le sue condizioni si sono gradualmente aggravate. Poi, venerdì scorso, c'è stato il crollo. Ed è a quel punto che anche il cane Cupido ha smesso di mangiare. Come se avesse sentito che da quel crinale la sua padrona non sarebbe più riuscita a risalire. Lui aveva 15 anni, un barboncino toy, un chilo e mezzo di dolcezza, una nuvola di pelo bianco, che stava bene e faceva parte integrante della famiglia. «Cupido aveva capito che la salute della nonna si era aggravata e l'ha vegliata giorno e notte, senza mai allontanarsi dal letto. È arrivato a rifiutare persino il cibo, non voleva più saperne di nulla», racconta la nipote di Gemma, Barbara Zorzo, una grande appassionata di animali, che aveva regalato il cagnolino alla nonna.

Nella notte tra domenica e lunedì i destini si sono uniti: né con te, né senza te. «Alle 5.30 nonna Gemma ha emesso il suo ultimo respiro, Cupido era ai piedi del suo letto, ha chiuso gli occhi e si è lasciato morire assieme alla sua padrona. Siamo rimasti meravigliati, ne abbiamo parlato con tutti i nostri parenti», aggiunge la figlia Luigina, «non è possibile dare una spiegazione razionale a quello che è successo, e tutta la storia si è sviluppata in un modo tale che davvero non si può dire sia stato “un caso”, una coincidenza come tante altre. Forse è la dimostrazione che tra le persone e i cani a volte si crea qualcosa di così forte e intenso che l’animale non riesce a sopravvivere. Per Cupido la sua padrona era diventata la sua missione, ha resistito fino a quando lei non aveva più bisogno di lui».

Quella stessa mattina Cupido è stato sepolto nel giardino di casa, mentre il funerale di Gemma è stato celebrato mercoledì nella chiesa di Onara. Nei familiari resta lo stupore, unito al ricordo del legame speciale che univa Cupido alla nonna: «Poteva stare ore ad osservare la sua padrona cucire e rammendare vestiti», continua Barbara, «Se ne restava lì, attento e silenzioso, accanto alla sua poltrona. Come se dovesse vegliare. Era un animale straordinariamente intelligente e già in altre occasioni, quando capitava che qualcuno della famiglia fosse ammalato, lui si incupiva: era il suo modo di partecipare al dolore e alla sofferenza delle persone».

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