Paga il suo debito ma intanto la casa è stata messa all’asta

PERNUMIA Si avvia ormai all’epilogo la battaglia iniziata nel 2004 da Lucio Cavestro, nel tentativo di salvare la casa ereditata dai genitori in via Pietro Pernumia 25. L’abitazione, dove tuttora...

PERNUMIA

Si avvia ormai all’epilogo la battaglia iniziata nel 2004 da Lucio Cavestro, nel tentativo di salvare la casa ereditata dai genitori in via Pietro Pernumia 25. L’abitazione, dove tuttora egli vive, è stata ceduta all’asta nel gennaio 2005 da Gest Line Spa, ora Equitalia Polis, per pagare un debito iniziale di 4.343 euro. E la beffa è che il debito, sia pure fuori tempo massimo è stato saldato, mentre la casa è stata venduta per circa 54.000 euro, ovvero un terzo del valore di mercato. Il debito iniziale è presto salito per interessi e sovrattasse sino a circa settemila 7.000 euro. Somma che Lucio Cavestro versa nel luglio 2005, ignorando che la sua casa era già stata messa all’asta e venduta. Otto anni dopo, pur avendo estinto l’obbligo contratto, si ritrova costretto a lasciare la propria residenza, portandosi per giunta in eredità un ingente carico di spese legali da pagare. Occorre ritornare sulle vicende passate per capire come si sia arrivati a questo punto. Giovedì 9 dicembre 2004 Gest Line notifica alla famiglia Cavestro la messa in vendita dell’immobile, in seguito alla mancata estinzione del debito originale. L’avviso viene consegnato alla madre, Orfea Cavestro, allora ottantenne, che da tempo patisce una grave forma del morbo di Parkinson, malattia che ne debilita fortemente le capacità d’intendere e volere. Pertanto l’avviso, come succederà per altre ingiunzioni arrivate in seguito, viene dimenticato. Questo è quanto sostenuto dagli avvocati del figlio per spiegare non solo il tardivo saldo del debito, ma anche la mancata conoscenza dell’asta. La sequenza di impugnazioni e ricorsi non ha dato però gli esiti sperati: è del 2011 la sentenza della Corte d’appello di Venezia che obbliga Cavestro a risarcire Equitalia Polis per circa 35.000 euro di oneri derivati dai processi. Alla soglia dei settant’anni, dopo essere stato colpito da ictus nel 2008, Lucio Cavestro confessa di non potersi più permettere il ricorso in Cassazione consigliato dai suoi legali. Tuttavia, Cavestro non vuole arrendersi e, convinto che non sia giusto poter perdere la casa in un simile modo, vuole resistere anche allo sfratto.

Lorenzo Conforto

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