Palazzo Ducale? E' un labirinto

Il nuovo libro di Federico Moro: significati e segreti
Piazza San Marco è un simbolo e il Palazzo Ducale è il simbolo del simbolo: può sembrare un gioco di parole, ma è la verità. In questo edificio che tutti ci invidiano, nulla è posto a caso, non una statua, non un dipinto, non una pietra: fa tutto parte di un grande gioco che per oltre un millennio si è accumulato fino a creare il capolavoro che oggi possiamo ammirare. Ed è proprio in quest'ottica che è nato il nuovo libro di Federico Moro Labirinto Ducale, edito per i tipi di Elzeviro: una guida che non è una guida ma un racconto che si dipana sala dopo sala, spiegandocene l'essenza e, soprattutto, coinvolgendoci nella lettura. Già, perché, per chi non lo conoscesse, Federico Moro nasce come storico e saggista ma, col tempo, è approdato alla narrativa con romanzi interessanti e originali quali Flagellum Dei? e, nel nostro caso, come un antico alchimista ha combinato queste due caratteristiche per creare un testo intrigante e allo stesso tempo rigoroso.  Ma perché "Labirinto"? La risposta ce la fornisce l'autore stesso: «Il labirinto è un simbolo nel quale ci si inoltra per raggiungere una meta, che può essere un percorso mistico, come in quello rappresentato sul pavimento della Cattedrale di Chartres, o ludico come nell'altro, assai più vicino a noi, del giardino di Villa Pisani a Stra. E quindi anche il Palazzo Ducale è un percorso labirintico, un'iniziazione per i giovani patrizi che un giorno sarebbero stati chiamati a comandare; una lunga serie di messaggi più o meno espliciti per gli illustri visitatori e ospiti che vi si recavano in udienza, nonché per gli accusati in attesa di giudizio che si scontravano con l'implacabile macchina giudiziaria della Repubblica. Infatti, ogni dipinto ha la sua collocazione, diciamo così, strategica: le vittorie di Venezia nelle storiche battaglie, Venezia omaggiata dai Dogi e dai condottieri, gli onnipresenti Leoni Marciani e, soprattutto, i simboli della Giustizia, vero cardine sul quale s'imperniava la Serenissima».  Ed è proprio l'autocelebrazione del patriziato veneziano uno dei leitmotiv che troviamo lungo tutto il testo, esaltata nei dipinti allegorici e nelle decorazioni di tutto il palazzo. In questo libro, però, non c'è solo luce e splendore ma anche la parte oscura del palazzo, costituita da quel percorso verticale che collega gli orribili Pozzi ai celebri Piombi passando per i vari tribunali e la Sala del Tormento.  Labirinto Ducale segue i due percorsi canonici oggi visitabili: quello ufficiale dei grandi saloni di rappresentanza e quello più discreto e misterioso degli itinerari segreti, fornendo sì le classiche informazioni che ogni guida deve riportare, ma anche una notevole quantità di aneddoti storici o semplicemente curiosi, trattati in forma narrativa da leggersi come un racconto; tra questi la rocambolesca fuga dai Piombi di Giacomo Casanova che l'autore definisce «un bell'esempio di puro e semplice falso», affermazione che di certo creerà non poco scompiglio e irritazione tra i casanoviani doc, ma che Moro suffraga con un ragionamento cristallino. Ad affiancare il testo, come tradizione di tutta la collana Pietre Parlanti, ci sono le belle immagini dal rigoroso bianco e nero, realizzate da Mark Edward Smith. Il volume sarà presentato oggi alle 17,30 nella Sala Monumentale della Libreria Marciana, altro simbolo di cultura della Serenissima.

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