Palazzo Maldura, cantiere contro il tempo per l’università

PADOVA. Aperto il cantiere a palazzo Maldura. L'obiettivo è riaprirlo agli studenti del Bo che ad ottobre torneranno in aula e, soprattutto, nella biblioteca del Dipartimento di Studi linguistici e letterari. Riconsegnare il palazzo in tempo per l'avvio del nuovo anno accademico è un punto d'onore per l'Università: insieme al Comune e alla Diocesi, è ancora alle prese con i danni provocati dal terremoto dimaggio. Nel caso dello storico palazzo di viale Codalunga la macchina amministrativa d'Ateneo si è messa in moto in piena estate: a luglio il Consiglio di amministrazione ha approvato la spesa di 250mila euro in i manutenzione straordinaria. Nel frattempo è stata anche istituita una commissione operativa (composta al direttore del Dipartimento Michele Cortelazzo, dai delegati del rettore e dalla professoressa Laura Tallandini).
Ieri, il giro di boa. Tra poco più di un mese inizierà l'anno accademico: i tempi per gli interventi sono misurati nel dettaglio e secondo le stime dovrebbero durare un paio di settimane. In mattinata, gli operai hanno iniziato a posare i primi ponteggi; al momento le impalcature sono visibili solo nel cortile interno, da via Calfura dove nel frattempo continua il via vai di studenti. A breve il cantiere sarà operativo anche sulla facciata principale del palazzo. Prima di ieri gli unici interventi avevano interessato gli acroteri sulla sommità dell'edificio, anfore in pietra dal peso di circa un quintale e mezzo che sono state fissate con uno speciale collante per assicurarne la stabilità nell'eventualità di una nuova scossa. Un intervento di poche ore, ben diverso dai lavori avviati ieri.
Palazzo Maldura ha bisogno di un consolidamento statico possibile grazie alla posa di tiranti, sei in totale, che agiranno da rinforzo per tenere unito il corpo centrale. Come ben sa chi si occupa di edilizia, il reperimento di materiali non è facile in pieno agosto e i tiranti devono ancora giungere a destinazione. Questione di giorni e il progetto già visionato dalle Sovraintendenze attende solo di passare alla fase esecutiva.
In un paio di settimane i lavori dovrebbero essere conclusi e Maldura potrà riaprire i battenti ma non senza portarsi dietro qualche strascico del sisma soprattutto nella disposizione della biblioteca. «Stiamo studiando le soluzioni per portare in area i libri depositati a Legnaro» spiega Cortelazzo. Non è detto che tutti i volumi spostati a seguito del terremoto ritrovino la loro collocazione originale. Alcuni potrebbero essere depositati in edifici vicino alla sede del Dipartimento, come quelli di via Beato Pellegrino 26. Gli studenti non dovranno fare molta strada e sarà anche l'occasione per fare il punto su quale sia l'effettivo utilizzo di alcuni titoli, giacenti da anni.
Che l'equazione Maldura-biblioteca fosse un binomio imprescindibile lo rivela anche la lettera che una decina di professori aveva inviato denunciando come il “problema Maldura”, le cui pecche strutturali non erano certo una novità, fosse stato posticipato un po' troppo. Per questo il cantiere rappresenta un punto d'onore e una vera e propria corsa contro il tempo.
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