Palestra Olof Palme, il murale frainteso e l’artista Coppo rivela «L’ho donato gratis»

CADONEGHE. La campagna elettorale non risparmia nemmeno l’arte: a farne le spese, suo malgrado, è stato il murale che ad aprile l’artista Andrea Coppo, che dipinge come C0110, ha realizzato sul muro della palestra Olof Palme.
Chi si è domandato quanti soldi pubblici fosse costata quell’opera, chi la vedeva come uno stratagemma orchestrato dall’amministrazione comunale uscente per farsi pubblicità, chi vi ha letto un messaggio diretto e forse troppo esplicito all’accoglienza dei migranti, molto di sinistra, poco pluralista. E via di questo passo. Il murale ricopre parte della parete del palazzetto che si affaccia su via Donizetti. Raffigura un severo volto maschile, dai cui capelli escono degli uccelli che volano verso un cuore. Nella frase «Dove migra il tuo cuore? » sono evidenziate in rosso quattro lettere che formano la parola “dare”.

«Come a dire che nella ricerca di se stessi, della propria dimensione, il dono è una componente fondamentale per la pace. Un mondo donato non è di nessuno, perché è privilegio di tutti» le parole usate dall’artista per spiegare la sua opera. Questo prima dello scatenarsi dei commenti. Il dibattito si è scaldato al punto da costringere il writer ad uscire con una propria dichiarazione. «Prendere a pretesto un’opera artistica per fare propaganda politica dà il termometro di quanto ossigeno venga sprecato nel mondo» ha scritto Andrea Coppo «A chi chiedeva conto delle spese sostenute dal Comune, rispondo che non ha sostenuto alcuna spesa, in quanto il materiale è a carico mio: il murale è stato donato alla comunità e non mi è stato corrisposto alcun compenso. A chi sostiene che i muri degli edifici pubblici debbano rimanere puliti, consiglio di uscire e rendersi conto che l’arte è un arricchimento per tutti e non sporca i muri, casomai li abbellisce. A chi ha insinuato un mio legame con l’attuale giunta, invito a mostrare prove, tessere di partito, una qualche mia presenza a qualche evento, qualsiasi cosa. Ringrazio invece le centinaia di persone che si sono fermate, che hanno parlato con me, di tutte le età. Non ho chiesto di che partito fossero e loro non lo hanno chiesto a me. Grazie ai giovani, perché, per quello che mi riguarda, questo lavoro è dedicato a loro. Perché loro è il futuro. Un futuro che, sono sicuro, renderanno migliore».
Ma l’artista non si è fermato qui: da un paio di giorni è comparsa una sua nuova, bellissima opera, accompagnata da una didascalia, una poesia struggente, che val la pena di fermarsi a leggere, per riflettere. È una grande stampa in pvc dedicata a tutte le donne, comparsa su una cabina della corrente elettrica tra via Montale e via Tasso, vicino all’ufficio postale, nella cui parete prospiciente via Conche da nove anni saluta i passanti il bellissimo murale che il giovane Sergio Trevisan realizzò con i ritratti di persone distintesi per l’impegno nella difesa della pace e dei diritti civili. L’opera di C0110 parla invece di rivincita, di vittoria, di una donna forte che fronteggia la violenta arroganza maschile.
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