Palme, tigri, affreschi: apre Palazzo Cavalli, 100 giorni di sorprese

PADOVA. Antichissime palme, pesci tropicali che un tempo nuotavano dove ora sorgono i monti Lessini, elefanti nani e tigri dai denti a sciabola: a Palazzo Cavalli (all’angolo tra via Giotto e Corso del Popolo), c’è un tesoro nascosto e spesso inaccessibile, che a partire da domani aprirà al pubblico per cento giorni. Sarano visitabili la splendida “Sala delle Palme” e tutte le collezioni di fossili, che in gran parte arrivano proprio dal nostro territorio e da altre parti d’Italia. E sarà solo un assaggio di quello che, nel 2022, diventerà il “Museo della Natura e dell’Uomo”, un percorso espositivo in grado di raccogliere molte delle collezioni universitarie attualmente disperse fra vari dipartimenti, o accatastate nei magazzini per mancanza di spazio.

Sarà l’eredità più duratura lasciata alla città dopo i festeggiamenti per l’ottocentesimo compleanno del Bo, e l’università ci ha lavorato con molta cura: la spesa complessiva ammonta a 15 milioni di euro (di cui solo una piccola parte era già stata finanziata), che serviranno per la ristrutturazione, il rifacimento degli impianti e l’allestimento museale. Se ne parlava da diversi anni, ma ora che i tempi stringono il rettore ha deciso di ingranare la marcia e procedere alla svelta: il piano (approvato sul finire del 2017) è stato rivisto in modo tale da poter essere completato in tempi brevi e rispettare i vincoli architettonici dell’edificio. «Una parte dell’esposizione rimarrà come la vediamo ora» spiega Giuliana Tomasella, direttore del Centro di Ateneo per i Musei (Cam) «come ad esempio la Sala delle Palme, che deve il suo nome alle centinaia di resti di palme fossili del Paleogene del Veneto. Per lo più, però, cambierà la narrazione: il modello espositivo sarà diverso, più divulgativo, e si aggiungerà un ampio spazio per le mostre temporanee: la prima sarà proprio quella dedicata agli ottocento anni di storia dell’ateneo patavino».

Rimasto sempre un po’in ombra, per via della posizione meno centrale e di un (pur meritevole) progetto che tardava a partire, Palazzo Cavalli è un autentico gioiello: edificato dalla famiglia Foscari tra il Quattro e il Cinquecento, venne più tardi acquistato dal Procuratore Marin Cavalli, che tra gli ultimi decenni del 1600 e gli inizi del secolo successivo lo fece rinnovare profondamente, commissionando i pregevoli affreschi che ne decorano tutti gli ambienti principali. Dal 1932 il palazzo ospita le ricche collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia.
Originato, come molti dei musei universitari, dalla donazione delle collezioni naturalistiche di Antonio Vallisneri senior nel 1734, il museo è stato nel tempo arricchito dal lavoro di molti eminenti studiosi. Oggi comprende quattro sezioni: rocce, invertebrati fossili, vertebrati fossili e piante fossili (paleobotanica). Tra i reperti ci sono fossili di rettili comparsi sulla Terra 25 milioni di anni prima dei dinosauri, elefanti siciliani rimasti nani (per mancanza di predatori), e ancora i pesci fossili di Bolca e i coccodrilli di Roncà, preziosa testimonianza del clima tropicale che caratterizzava la nostra regione tra i cinquanta e i venticinque milioni di anni fa.
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