Paolini e Colombo raccontano «Il perdono responsabile»

PADOVA. Un Marco Paolini dalla battuta pronta, dalle osservazioni acute e appropriate ha fatto da «spalla» a Gherardo Colombo, ex pm di «Mani pulite» intervenuto alla Fiera delle Parole. Doveva presentare il libro «Il perdono responsabile», ma ne è uscito, pur nella serietà dei temi affrontati - come l’alternativa al carcere - un dialogo tanto spigliato quanto interessante attorno alla parola «perdono». Non un «perdono» come fatto privato, ma per non escludere dalla comunità l’autore dell’illecito.
«Oggi il reo, come il ragazzino cattivo, viene “cacciato”: via da questa famiglia, via dalla comunità delle persone libere. Non c’è rieducazione, tant’è che il 68 per cento degli ex carcerati una volta lasciata la prigione torna a delinquere». Allora? Se il male non serve per correggere il male, e se tutte le persone hanno uguale dignità in quanto esseri umani, a prescindere dagli atti che commettono, allora occorre trovare una soluzione alternativa per combattere il male, occorre combattere il male con il bene, garantendo la sicurezza dei cittadina senza ledere la dignità del reo. «Una soluzione possibile», ha detto l’ex pm, «è la pena riparativa, che mette a confronto la vittima con il condannato, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell’illecito e nell’impegno concreto per la riparazione delle sue conseguenze. In tal modo la vittima si vede riconosciuta e riesce ad avere un risarcimento morale, mentre il reo prende atto delle sue responsabilità e pone in essere le azioni necessarie a ricomporre il confitto e a rafforzare il senso di sicurezza collettivo. Purtroppo l'Italia ha ancora molto lavoro da fare in questo campo, ma sono fiducioso che con il tempo si potrà applicare».
Marco Paolini ha rimarcato da par suo le tesi di Colombo bocciando l’attuale sistema dell’«esclusione» dell’autore dell’illecito, sottolineando al contrario la validità delle alternative, come potrebbe essere ad esempio l’affidamento ai servizi sociali, rendendolo consapevole dell’errore commesso l’umiliazione del carcere. No ad una giustizia punitiva ma ripartiva. Un lungo applauso ha chiuso il «duetto» mentre Paolini e Colombo, amici da vecchia data, si abbracciavano con calore e lasciandosi con un progetto nato lì per lì: «Perché non mettiamo su uno spettacolo, insieme?».
Fabiana Pesci
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