Papà di due bambine, 42 anni vinto dalla malattia in un mese

SAN GIORGIO IN BOSCO. Aveva solo 42 anni, un male difficile ne ha vinto le resistenze in poco più di un mese. Una bellissima famiglia e un'intera comunità attraversano la fatica del dolore per la morte – nella notte tra giovedì e ieri - di Simone Zago. Il giovane papà viveva nella frazione di Lobia a San Giorgio in Bosco, nella centrale via Sant'Antonio. Un uomo gentile, grande lavoratore, benvoluto: i tanti amici lo descrivono in tutti i suoi talenti e la sua positività. È stato strappato troppo presto alla moglie Francesca Ballan e alle due figlie, i suoi tesori, Giada e Greta, di cui gioiva continuamente per i piccoli e grandi successi.
PASSIONE PER I MOTORI
Dopo gli studi tecnici, Simone aveva seguito la sua passione per i motori, le gru e i camion, lavorando alla Rizzotto Costruzioni Metalliche; qualche anno fa aveva poi intrapreso una nuova avventura professionale alla Fratelli Sandri a Belvedere di Tezze sul Brenta. Poi, poche settimane fa, il dramma: alcuni dolori alla schiena, gli esami, i consulti con i medici, il ricovero all'ospedale di Cittadella, la chemio.
LOTTA CONtro il cancro
Simone ha iniziato con tenacia il corpo a corpo con la malattia, ma non è bastato. In queste ore il paese è scosso e si stringe ai familiari: il padre Giancarlo è da sempre attivo nel tessuto locale, per numerose stagioni ha guidato l'organizzazione della sagra ed è tuttora uno dei riferimenti più stimati; la mamma Graziella anima da anni i gruppi parrocchiali, dal coro alle esperienze di preghiera, attenta e premurosa. Simone lascia anche il fratello Nicola – imprenditore innovativo, tra i protagonisti dell'animazione giovanile del paese all'inizio degli anni 2000 - e la sorella maggiore Stefania. Sposatosi nel 2004 con la sua Francesca, Simone aveva una particolare passione per le moto, seguiva Valentino Rossi e le sue imprese. E poi si dedicava al lavoro e ai suoi cari: si raccontava con le foto dei momenti di relax, la moglie e le figlie tra la neve, le montagne, il mare a Bibione, la torre di Pisa, il fascino infinito degli arcobaleni, la curiosità per tutto ciò che è scienza e tecnica al Leonardo da Vinci di Milano, il ricordo costante del grande cuore della nonna materna Maria, i momenti di lavoro e la dimensione sociale, con il posizionamento di un container abitativo per una famiglia di Dolo rimasta senza casa dopo la tromba d'aria del 2015. Aveva il gusto per le battute garbate, una particolare naturalezza nell'essere di compagnia. «Ricordatemi felice, tenendomi un posto tra i vostri sorrisi e non tra le lacrime», hanno scritto i familiari nell'epigrafe che annuncia il funerale che si svolgerà a Lobia lunedì alle 15; il rosario domani alle 19.30. Le offerte verranno devolute all'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. —
Silvia Bergamin
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