Papà di due bimbi stroncato a 39 anni, mobilitazione per trovargli un donatore

Nel 2012 fu il fratello a donargli il midollo, guarendolo dalla leucemia. Marzari: «Esempio di coraggio». L’Admo.«Ogni persona tipizzata per lui offre speranza ai malati»

VEGGIANO.Un’operazione che pareva essere andata bene, ma all’improvviso le condizioni si aggravano e sopraggiungono il coma e poi la morte.. Davide Broggio, 39 anni, aveva lottato da una quindicina di anni contro una serie di malattie gravissime, tra guarigioni e periodiche ricadute. Ricoverato per un intervento chirurgico l’altro giorno, purtroppo il suo cuore si è fermato. Un dolore immenso per i suoi familiari e per il paese, intero, che gli era stato sempre vicino durante gli anni della sua malattia. Nel 2012 si mobilitò tutta Veggiano per trovargli un midollo compatibile, così da garantirgli una speranza di vita. In questi otto anni Davide la vita l’aveva vissuta: aveva avuto due bambini e proseguiva l’attività di imprenditore nel settore del trattamento delle acque. Il calvario di Davide cominciò una quindicina di anni fa con una diagnosi terribile: un linfoma maligno. Tra chemio, radio e un autotrapianto da cellule staminali era guarito, fino al ripresentarsi sette anni dopo di una nuova forma di malattia, una mielodisplasia trasformatasi in leucemia. La sorella Alice fece un accorato appello pubblico per trovare un donatore, poiché nonostante gli iscritti al Registro nazionale italiano fossero oltre trecentomila, non ne venne individuato nessuno con un midollo compatibile con Davide. Il sindaco di allora, Anna Lazzarin, si spese con appelli e incontri pubblici per cercare donatori e anche alcuni giocatori dello Janus Selvazzano Rugby si sottoposero all’esame del sangue necessario per identificare una potenziale compatibilità. Ma niente. Alla fine fu il fratello Matteo, pur solo parzialmente compatibile, a donare il proprio midollo consentendogli di guarire. «Aveva una grandissima voglia di vivere» commenta addolorato il sindaco Simone Marzari «e uno sguardo positivo verso il futuro, che in questi otto anni gli hanno consentito di andare avanti. Pur colpito da improvvise ricadute, si riprendeva sempre con tenacia. Un esempio di grande coraggio. La comunità intera si stringe attorno alla famiglia, alla moglie Emanuela e ai suoi due bambini». Davide era molto noto a Veggiano, come la sua famiglia, storica della frazione di Santa Maria. «In questo momento c’è solo molto dolore per la nostra comunità» aggiunge l’ex sindaco Anna Lazzarin. «Nel 2012 organizzammo una grande campagna di sensibilizzazione insieme ad Admo, invitando i giovani del nostro territorio a diventare possibili donatori: accorsero in molti, in una bellissima gara di solidarietà». Pur non trovando un donatore per Davide, quell’esperienza non fu comunque vana. «Siamo addolorati per la sua scomparsa» commenta Paola Baiguera, presidente Admo Padova. «Lo vogliamo ringraziare, perché ogni persona che per lui in questi anni si è tipizzata, ha concesso una speranza ai pazienti in attesa di un donatore». —

Luca Perin

Cristina Salvato

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