Parcheggi, Arca ricorre al Tar

I proprietari del park “La Cittadella” non digeriscono l’affidamento ad Aps

La gestione dei tre parcheggi tra Stanga, via Venezia, via Tommaseo e Ponte di Brenta finisce in tribunale. La decisione dell’amministrazione (per mano del vicesindaco Arturo Lorenzoni) di affidare ad Aps il controllo dei parcheggi pubblici derivanti da convenzioni urbanistiche, non è andata giù ad Arca Servizi Srl, proprietaria di uno dei tre park. La società infatti possiede il parcheggio “La Cittadella”, nel complesso della Stanga tra via Venezia, via Grassi e via Maroncelli, dove ci sono 885 posti auto, ma dall’1 aprile perderà la gestione. «Eccesso di potere e violazione di legge» c’è scritto sul ricorso che la società ha presentato al Tar a fine febbraio, chiedendo la sospensione immediata e cautelare degli effetti. L’obiettivo di Lorenzoni era quello di compensare Aps della perdita dei posti in piazza Rabin, finita nelle mani dell’austriaca Best in Parking nell’ambito del progetto più ampio di restauro dell’ex Foro Boario in Pra’. Per alcuni parcheggi, in mano ai privati, prima del passaggio di consegne con Aps era necessaria però una fase di transizione, per cui la giunta aveva deciso di prorogare fino al 31 marzo l’affidamento di tre parcheggi: “La Cittadella” appunto, il “Mantegna” (312 stalli nell’area tra via Tommaseo, via Rismondo e via Murialdo, gestito dalla Modefin spa), e quello a Ponte di Brenta, in via Podestarile, il piccolo parcheggio ex Modin (I portici) con 80 posti, gestito dalla Egle srl.

Arca Servizi Srl però non ha digerito la scelta e ha impugnato la delibera del vicesindaco, approvata da tutta la giunta, presentando un’istanza di sospensione al Tar. Probabilmente la questione verrà chiusa con un accordo tra le parti, anche perché altrimenti l’amministrazione rischia seriamente di perdere in tribunale e dover mandare all’aria il progetto, che oltre al cambio di gestione prevede anche la variazione al ribasso delle tariffe. Per Lorenzoni questa è l’ennesima grana legata ai parcheggi, visto che proprio sui nuovi posti auto al Rabin ha dovuto negoziare per garantirne l’apertura, dopo che la società appaltatrice aveva ultimato i lavori senza assicurare il completamento dell’intero progetto di restauro.

Luca Preziusi

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