Parrucchieri, nasce la "poltrona in affitto" contro la crisi

Comune e categorie uniti per combattere l’abusivismo e il mercato cinese. Anche le estetiste potranno noleggiare una cabina. Interessate 500 attività
- La parrucchiera ha reagito all'aggressione
- La parrucchiera ha reagito all'aggressione

PADOVA. Affitto anticrisi e antiabusivismo. È la nuova opportunità che associazioni di categoria e Comune vogliono dare ai giovani professionisti che lavorano nel campo di estetica e acconciatura e che d’ora in avanti potranno affittare una poltrona o una cabina all’interno di attività già avviate. La giunta comunale ha approvato una proposta della vicesindaco Eleonora Mosco, che ha la delega al commercio, e che prevede una sinergia tra chi ha un’attività di estetista o parrucchiere e chi, pur avendo i titoli, non può permettersi di aprire un esercizio commerciale.

Come funziona. I titolari delle attività potranno affittare una loro poltrona (parrucchieri) o una cabina (estetisti) a un professionista esterno attraverso un contratto privato. Il primo può affittare uno spazio del suo negozio al secondo, consentendogli di lavorare utilizzando la sua attrezzatura.

Regolamento. Innanzitutto esistono dei limiti sul numero di poltrone che si possono affittare, in base ai dipendenti già assunti. Una poltrona o cabina per le imprese che hanno da zero a 3 dipendenti, due per chi ne ha da 4 a 9, e tre per quelle con più di 10 dipendenti. I requisiti per poter chiedere in affitto lo spazio sono due: abilitazione professionale da parrucchiere o estetista e la partita Iva. Il titolare non potrà affittare lo spazio a chi ha lavorato nello stesso salone come dipendente negli ultimi 5 anni e ai titolari di attività che abbiano effettuato licenziamenti negli ultimi 24 mesi. È un’opportunità che in Italia esiste già da due anni (attiva a Roma, Milano, Ancona e in altre province) e ha lo scopo di far lavorare chi ha l’abilitazione ma non ha i capitali da investire in un’attività. Inoltre ha il fine di piegare il fenomeno dilagante dell’abusivismo e dei parrucchieri ed estetisti improvvisati, provenienti soprattutto dalla Cina. «Serve per favorire la collaborazione tra professionisti e contrastare l’abusivismo - ha dichiarato Mosco - vince chi è più bravo. In un momento come questo, è un’opportunità importante per permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro».

Associazioni di categoria. «Noi siamo stati i vero fautori di questa iniziativa - ha rivelato Silvia Veronese, segretaria di categoria alla Cna - abbiamo spinto molto affinché la Regione recepisse l’importanza di questo genere di accordo (nasce da una circolare del ministero, poi passata in Regione e quindi al Comune, ndr). È una soluzione importante, nata per combattere l’abusivismo che sta letteralmente mettendo al tappeto la categoria. Ormai a causa della crisi nessuno assume più e ci sono tantissimi giovani professionisti abilitati ma senza lavoro. Nel Padovano hanno chiuso 200 attività su 2000 in un anno. In più, questo genere di contratto, aiuta anche chi ha un’attività a sostenere le spese sempre più pesanti di affitto e di utenze». Circa 500 le attività a Padova che potrebbero aderire all’iniziativa.

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