Partiti divisi dal progetto «Sindaco e vice onesti»

Il consigliere regionale Bozza, ex leghista, pronto a mettere la mano sul fuoco Miazzi: «Aspettiamo il Gip, ma quanti cambiamenti di idea tra gli amministratori»
Di Francesca Segato

MONSELICE. Un progetto che da subito ha diviso la città, quello del revamping Italcementi. Se oggi la Procura della Repubblica, pur chiedendo l’archiviazione del fascicolo, arriva a ipotizzare che alcuni cambiamenti di opinione siano stati “influenzati”, è anche vero che la questione da subito ha spaccato in due partiti e schieramenti. Il Pdl, ad esempio, diviso anche a livello sovra comunale tra contrari come Leonardo Padrin e sostenitori come Fabio Conte. Ma anche il Pd: nonostante l’orientamento contrario votato dalla direzione padovana, schierato a fianco dei sindaci Francesco Corso e Giancarlo Piva nel chiedere alternative, c’è chi come l’onorevole Alessandro Naccarato si è sempre dichiarato pro revamping. Discorso a parte per la Lega Nord: Santino Bozza, Paola Goisis, Emanuele Rosina si sono sempre manifestati contrari, atteggiamento cambiato all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato del 2012.

E oggi proprio Santino Bozza (consigliere regionale, ex leghista) interviene in difesa di Lunghi e Mamprin: «La Procura ha indagato due anni e non ha trovato nulla per cui rinviare a giudizio il sindaco né alcun altro» afferma «Il vicesindaco, tra l'altro, non è nemmeno indagato e invece si trova nel calderone delle polemiche, tirato in mezzo da chi usa questa vicenda solo per farsi pubblicità in vista delle prossime elezioni. Io sono sempre stato scettico nei confronti del revamping e la mia posizione è sempre stata esclusivamente politica. Nel corso dei mesi in cui si discuteva del revamping, mi ero confrontato con il sindaco e alla fine eravamo arrivati a cambiare il nostro atteggiamento. Ma mai, e ripeto mai, nessuno mi aveva né promesso né fatto capire né offerto vantaggi di alcun tipo per cambiare posizione. Una cosa è non essere d'accordo con una scelta politica, ben diverso è accusare qualcuno di essere un corruttore o di essersi fatto corrompere. Io dico forte e chiaro che mi fido totalmente dell’onestà e della correttezza di Lunghi e Mamprin».

«Ora si dovrà pronunciare il Gip» ricorda invece il consigliere comunale Francesco Miazzi «e solo allora sapremo se andrà esercitata l'azione penale sui reati ipotizzati (abuso d’ufficio, falso ideologico, falso materiale, corruzione per atto d’ufficio, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio). Nel frattempo non possiamo non rilevare che questa indagine ha squarciato il velo che ricopriva molti dei passaggi che hanno portato nel giro di pochi mesi a un mutamento di opinione in molti amministratori. Chi si era opposto al revamping era stato radiato dalla giunta, alcuni consiglieri si sono invece ritrovati promossi assessori e hanno ceduto il posto a soggetti favorevoli. La presidente del Parco Colli, alcuni consiglieri e sindaci del circondario hanno semplicemente cambiato opinione nel giro di qualche mese. A sentirli, sembra solo la maturazione di un pensiero politico. A molti era venuto più di un sospetto, lo stesso sentimento che deve aver convinto il Tar Veneto a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica. In ogni caso il quadro che emerge dall'inchiesta è desolante e provoca indignazione e vergogna. Fitta relazione tra amministratori e proprietà del cementificio, assunzioni sospette, sponsorizzazioni su richiesta, concorsi pubblici al vaglio dei magistrati». Ricorda Miazzi: «In Consiglio comunale abbiamo chiesto più volte quanti e quali sono i procedimenti penali che interessano i nostri amministratori, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. È grave che di questi procedimenti in corso consiglieri e cittadini debbano essere informati dalla stampa e non dal sindaco. Politicamente le conclusioni dovrebbero essere tratte da molti, a partire dal sindaco e dal suo vice, che per il bene del paese dovrebbero togliere la loro ingombrante presenza».

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