Partono tre lettere di licenziamento: alle ex Anselmi di Camposampiero scatta lo sciopero

I provvedimenti di sospensione riguardano un’impiegata un invalido e Monica Miotti, delegata delle Rsu interne 

CAMPOSAMPIERO. «Qui non entra nessuno. E nemmeno alla Zen di Albignasego». Non sono ancora scoccate le 8 e in mezzo alla prima nebbia di stagione, insieme ai lavoratori della Anselmi, Loris Scarpa, segretario generale della Fiom Cgil di Padova, è categorico: «La proprietà non può dimenticare che questa fonderia Anselmi e anche la Zen, sono state salvate dai lavoratori: i tre licenziamenti vanno ritirati». Dopo la crisi del 2016 culminata nel salvataggio del 2017 da parte di Ariotti di Brescia e VDP di Schio, tornano le preoccupazioni tra i lavoratori della storica Anselmi, oggi VDC spa, società del gruppo vicentino VDP.

«Sabato sono arrivatele lettere di licenziamento a tre dipendenti tra i quali Monica Miotti la delegata sindacale delle Rsu interne, gli altri due riguardano un invalido che si occupava delle pulizie e un’impiegate amministrativa. Si tratta di tre licenziamenti assolutamente ingiustificati e per questo tutti gli operai staranno fuori dalla fonderia in sciopero» spiega Scarpa.

BARSOTTI-FOTOPIRAN-PADOVA-GIOVANNA TIFOSA DISABILE CALCIO PADOVA
BARSOTTI-FOTOPIRAN-PADOVA-GIOVANNA TIFOSA DISABILE CALCIO PADOVA

«E così pure, per far capire bene il messaggio alla proprietà ed in segno di solidarietà con i colleghi, faranno anche i lavoratori della fonderia Zen di Albignasego». . Le lettere sono arrivate in modo inatteso «come vera e propria attività di repressione» aggiunge Loris Scarpa «per l’azienda le motivazioni sono di tipo economico, legate alla crisi del settore ma per noi la vera volontà è quella di concentrare tutta la produzione a Schio. Ma queste fonderie padovane, ricordo ancora una volta, sono state salvate dai lavoratori che devono poter continuare a lavorarvi».

Era infatti la fine del 2016 quando la crisi della fonderia scoppiò in tutta la sua gravità. Produzione arrestata, uffici vuoti ed operai senza lavoro dopo la parentesi della proprietà Dalle Rive e lo spegnimento dei forni alla vigilia di Natale.

Il 2017 iniziò con gli operai che per tre mesi occuparono lo stabilimento ed organizzarono i turni per presidiare e mantenere in sicurezza la fonderia.

Non pagati, gli operai si alternarono giorno e notte per garantire la possibilità di riprendere l’attività in qualsiasi momento. I sindaci Katia Maccarrone e Fabio Bui appoggiarono i lavoratori nelle loro proteste salendo nel tetto della palazzina uffici, furono celebrate messe nel piazzale dello stabilimento e tutte le istituzioni si mobilitarono per trovare una soluzione. Che arrivò a luglio del 2017 con l’ingresso dei nuovi soci Ariotti-VDP.

«Avevamo ottenuto il contratto di solidarietà per tre anni» spiega Loris Scarpa. «La proprietà vuole introdurre la mobilità e noi abbiamo proposto una nuova alternativa».

I margini di trattativa ci potrebbero essere ma le lettere di licenziamento arrivate sabato complicano tutto. «Non c’è nessuna motivazione valida alle lettere di licenziamento. Per questo lo sciopero è inevitabile» conclude Scarpa.

La proprietà intanto ha chiesto un incontro all’Ispettorato del Lavoro per avviare un tentativo di conciliazione motivandolo con il fatto di aver soppresso le mansioni ricoperte dai tre lavoratori.

«Ci avevano assicurato che ci sarebbero stati 300 nuove assunzioni più investimenti su macchinari e attrezzature, invece dai 118 che eravamo quando la nuova proprietà è subentrata siamo scesi a 93» ha dichiarano Florin Cristea a nome di tutti.

«Tre mesi fa la proprietà ha assicurato che non c’erano esuberi» protesta Gregorio Loregian della Fim Cisl «questi licenziamenti evidenziano una mancanza di valori da dell’azienda e la volontà di mettere fuori il sindacato. Per giustificare la sospensione e la richiesta di conciliazione hanno detto che in tre anni il fatturato è in perdita. Respingiamo la richiesta di conciliazione e chiediamo il rientro al lavoro dei tre sospesi».

Sulla richiesta di reintegro le tre sigle sindacali hanno emesso un duro comunicato: «Questa situazione avviene dopo mesi di discussione con la proprietà sui livelli occupazionali e sul futuro industriale del sito di Camposampiero. Sono state molte le occasioni in cui la proprietà ha manifestato intolleranza nei confronti delle rappresentanze sindacali» scrivono Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. «La Rsu, i sindacati e i lavoratori dei siti padovani sono convinti che il modo in cui questi tre licenziamenti sono stati comunicati siano la dimostrazione di un atto padronale e repressivo perpetuato contro la forza lavoro». —

Giusy Andreoli

Francesco Zuanon
 

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