Pasqua, tutti i supermercati chiusi

Tutti chiusi. I supermercati e ipermercati, nella giornata di Pasqua, resteranno con le serrande abbassate. In questo modo anche le commesse, le cassiere e i magazzinieri potranno festeggiare la santa Pasqua in famiglia o con gli amici più cari. Chiusi i punti vendita Alì Market, Despar, Pam, Coop, Conad, Lando, Famila. Quest’ultimo gruppo, che fa capo a Marcello Cestaro, terrà aperti solo i due supermercati che ha al mare. Ossia a Jesolo e a Caorle, entrambi in provincia di Venezia, dove arriveranno anche tanti stranieri, tra cui tedeschi ed austriaci.
«È sacrosanto tenere chiusi tutti i punti vendita» sottolinea Francesco Canella, 84 anni portati con classe. «Anche le commesse hanno il diritto di restare in famiglia a fianco dei genitori o dei propri figli».
Pasqua tutti chiusi quindi, ma a Pasquetta, ossia 17 aprile, tutti aperti. In genere solo i supermercati Coop, per antica tradizione, resteranno chiusi. Ad esempio, mentre gli Alìper – tra cui quelli di Abano, Fontaniva, Dueville e Paese – resteranno aperti per tutta la giornata, gli Alì più piccoli abbasserano le serrande all’ora di pranzo. Aperti, per tutto il giorno, anche i Lando di Cittadella, Camposampiero e gli Interspar, tra cui quelli di via Pontevigodarzere, dell’Ipercity e delle Brentelle. Aperti, naturalmente, i Pam (Più a Meno) di Piazzetta Garzeria e di San Carlo e l’Auchan di via Venezia.
Intanto per dopo Pasqua Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl ed Uiltucs-Uil stanno preparando la battaglia per tenere chiusi tutti i supermercati martedì 25 aprile (Festa della Liberazione), lunedì Primo Maggio (Festa dei lavoratori) e venerdì 2 giugno (Festa della Repubblica). In pratica in quelle feste laiche comandate, non domenicali, che più rappresentano la nostra storia e i valori della democrazia e del lavoro.
Non sarà una battaglia facile e sicuramente vincente perché quasi tutti i gruppi alimentari, tra cui il Lando, ma con l’esclusione delle Coop, hanno già messo in calendario di tenere aperto sia il 25 aprile che il Primo Maggio ed il 2 Giugno.
«Invitiamo sin da adesso le commesse e le cassiere a comunicare, possibilmente per iscritto, ai rispettivi direttori di non essere disponibili a lavorare nelle tre giornate festive in questione» osserva Cecilia de’ Pantz, della Filcams. «Le lavoratrici possono benissimo rifiutarsi di andare al lavoro in base a due recenti sentenze dei giudici di Rovereto e di Trento ed anche di una specifica decisione della Corte di Cassazione. Sperando, naturalmente, che a livello legislativo, venga superato il Decreto Monti/Passera del 2011, in base al quale, in Italia, unico paese europeo, tutti possono aprire dove e quando vogliono».
Felice Paduano
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