«Pedemontana e Padova collegate dalla Sr 308 soltanto se sarà allargata»

Bui sostiene il progetto, ma avverte: «Il traffico giornaliero salirebbe a 80mila veicoli»  Industriali più interessati alle autostrade informatiche

CAMPOSAMPIERO. Il presidente della Provincia Fabio Bui, alla serata celebrativa dell’Union Day del Camposampierese, ha detto che palazzo Santo Stefano vuole che «quelle eccellenze non vengano annacquate dal grande contesto su cui alcune politiche si stanno posizionando. Ma bisogna superare tre grandi problemi per un ulteriore sviluppo del nostro tessuto produttivo. È bastato lo sfalcio dell’erba sulla 308 per bloccare il territorio. La 308 è l’arteria principale per l’economia del Camposampierese e se venisse collegata, com’è naturale, con al Pedemontana senza un preventivo o contestuale allargamento sarebbe un macello. Perché le 45 mila macchine che ogni mattina si scaricano su Padova diventerebbero 80 mila con il traffico pesante. Senza contare che la tratta si innesterà sulla nuova area ospedaliera Padova Est».

A premere per il collegamento Pedemontana-308 sono soprattutto gli imprenditori del Bassanese. Il coordinatore Gianni Marcato non si schiera: «Da Camposampiero a Padova nelle ore di punta ci si impiega un’ora e mezzo e questo non è più sostenibile. Ma non spetta a noi risolvere il problema, la competenza è di chi gestisce il territorio. Noi abbiamo la necessità di produrre e bisogno di velocità dal punto di vista delle ruote e digitale».

Accanto a strade veloci serve un’autostrada informatica perché oggi tutto viaggia su rete e non si è ancora ottenuto investimenti importanti malgrado i tanti slogan. «C’è anche il problema della parcellizzazione delle zone industriali», ha aggiunto Bui, «non possiamo pensare che ogni area abbia la sua zona industriale, che ci siano capannoni dappertutto. Dobbiamo creare aree industriali dotate di servizi informatici, ai dipendenti e accessi alle principali strade».

C’è poi lo scarso collegamento pubblico fra paesi. «Le scuole superiori del Camposampierese non possono non essere collegate con i Comuni», dice Bui, «serve una rete di trasporti, in Provincia ci lavoreremo».

Un accenno anche all’attuale assetto della Federazione degli 11 Comuni, che al suo nascere suscitò favorevole eco: «Non sono contro la Federazione, non voglio fare fusioni a freddo. La fusione è un percorso culturale che va intrapresa nel momento in cui si condividono e si comprendono i benefici. Ma rimanere fermi a vecchi schemi non più performanti rispetto alle esigenze del territorio non ha più senso».

Franco Pasqualetti di Promex (Camera di Commercio di Padova), ha richiamato il fatto che per far crescere le aziende bisogna accorciare i tempi decisionali. E ha ricordato: «Quando si decide di crescere non bisogna mai perdere qualità della vita».

Mario Cortella ha ancora una volta sollecitato il censimento: «Prima però dobbiamo dare ai nostri imprenditori la possibilità di conoscersi e mettersi in rete, poi si può partire col progetto e dare il via alla voglia di 5.0». —

Giusy Andreoli

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