Per bere alcolici entra in discoteca con documenti falsi

Sabato sera al bimbo di Montà: la diciassettenne non è sfuggita all’occhio della security che ha chiesto subito l’intervento della polizia
SALMASO - LOCALE BIMBO SALMASO - ESTERNO LOCALE BIMBO
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PADOVA. Entrare in discoteca, e magari bere alcolici, a tutti i costi. Anche se non si è maggiorenni. È quello che alcuni ragazzini tentano di fare ingegnandosi per non essere scoperti. La denuncia di un addetto alla sicurezza di un locale cittadino ha scatenato una serie di controlli della Questura sul fenomeno. I minorenni per legge non possono entrare nei locali notturni dopo le 21, ma sabato notte una diciassettenne è stata scoperta mentre provava ad entrare alla discoteca Bimbo di via Montà con una carta d’identità falsa. La giovane è arrivata da sola poco dopo la mezzanotte, presentando alla security un documento finto. Ad accorgersi è stato un dipendente dell’agenzia di sicurezza Grandi Eventi.

«Si tratta di verifiche che vengono fatte durante tutte le serate per assicurarsi che non entrino minorenni nel locale», dice Andrea Rampin, titolare della Grandi Eventi: «Apparentemente sembrava una vera carta d’identità, ma ad un occhio più attento si poteva notare che in realtà era un semplice cartoncino infilato nella custodia del documento», prosegue Rampin. «Graficamente è identica ad una carta originale, è a colori, ha la foto, ed è fatta molto bene». I gestori del locale hanno chiamato la polizia. «La ragazzina è stata sentita dagli agenti in una stanza del locale e ha spiegato che avrebbe dovuto raggiungere degli amici che avevano un tavolo in discoteca» sottolinea il titolare dell’agenzia di sicurezza.

Gli uomini della divisione amministrativa della questura, coordinati dal vice questore aggiunto Carlo Ferretti, hanno voluto vederci chiaro dando il via ad una serie di controlli, prima dentro al Bimbo, poi spostandosi all’Extra Extra di Brusegana, per capire se in entrambe ci fosse la presenza di minorenni. I controlli hanno dato esito negativo. Per quanto riguarda la diciassettenne ora si sta cercando di capire come la giovane possa essersi procurata il finto documento. «Sicuramente per realizzare quel documento c’è bisogno di un esperto», dice Federico Contin, uno dei maggiori organizzatori della movida padovana. «Credo si tratti di un’incoscienza magari di qualche giovane pr che pur di guadagnare i soldi di qualche persona in più al tavolo falsifica i documenti ai minorenni», continua Contin.

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