Per cinque milioni i frati vendono villa Giovanelli

Lo storico edificio di Noventa nelle mani di un trust Sarà destinato a iniziative d’interesse pubblico
Di Giusy Andreoli

NOVENTA PADOVANA. La storica villa Giovanelli, fra le più belle e monumentali ville venete, è stata alienata dai frati del Villaggio Sant’Antonio a un misterioso soggetto attraverso il negozio giuridico del trust, del quale si è dichiarato intestatario il commercialista e trustee coneglianese Bruno Bernardi. Il valore di cessione si aggira sui cinque milioni di euro, per il restauro ne saranno necessari altrettanti. Una volta recuperato, il bene sarà destinato a iniziative di interesse pubblico fra le quali è possibile immaginare l’insediamento di un polo sanitario o didattico formativo. Pare sia stato già dichiarato un interesse da parte di atenei italiani e stranieri. La destinazione pubblica, peraltro, è una dei vincoli dati sia dalla Soprintendenza che dagli stessi frati. Ieri mattina è stato ufficializzato l’avvenuto passaggio di mano, presenti oltre a Bernardi il direttore del Villaggio fra Giancarlo Capitanio e il sindaco Luigi Bisato.

«Finalmente villa Giovanelli può intravedere un futuro in termini architettonici e di fruibilità», ha detto il sindaco. «Ricordiamoci che la villa è nello stemma del Comune. Negli ultimi mesi i frati hanno deciso di alienare il bene, ma volevano venissero mantenuti gli usi di carattere sociale fatti negli anni passati. Per questo non la si è ceduta a una società privata, a società per azioni o a privati ma ad un trust. Che è come un amministratore di condominio. Il trust, o affido, durerà 90 anni. Non ci saranno contrapposizioni tra la villa e il contorno. La struttura prenderà nuova vita». La futura destinazione è tutta da definire così come non è dato sapere che succederà al termine del trust. Intanto parte la ristrutturazione, che verrà curata da un pool di giovani architetti guidati da Claudia Narenti. La villa venne costruita a fine ’600 per volontà dei Giovanelli, famiglia bergamasca. Passò poi al patriarcato di Venezia e fu presa dagli austriaci. Quindi l’acquistò un privato, infine passò ai frati che ne fecero un orfanotrofio. «Anche da un punto di vista fisico», dice Narenti, «non verrà cambiato niente, il parco non sarà frazionato».

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