«Personale messo a fare nulla nella vecchia casa di riposo»

La Lega denuncia pure i rischi corsi dalle donne costrette a lavorare da sole in quell’edificio vuoto Il sindaco Piva: il Comune non c’entra, siamo invece in ansia per il futuro dei posti di lavoro nella Rsa
Di Nicola Cesaro
Malaman..Nella foto: Battaglin, direttore residenza per anziani Santa Tecla a Este..ph. Zangirolami
Malaman..Nella foto: Battaglin, direttore residenza per anziani Santa Tecla a Este..ph. Zangirolami

ESTE. Personale impegnato a «passare le ore» e preoccupato per la propria incolumità. La situazione della Casa di riposo “Santa Tecla” approda in consiglio comunale. A parlarne sono le consigliere leghiste Paola Goisis e Orietta Ravazzolo che hanno chiesto chiarimenti sulla situazione dell’immobile di via Santo Stefano, la vecchia sede dell’istituto: «Da qualche tempo lo stabile non ospita più alcun degente perché tutta l’attività è stata trasferita in via Restara. La direzione della Rsa Santa Tecla ha comunque deciso di mantenere un presidio telefonico nella struttura di via Santo Stefano. Il presidio è dunque garantito dalla presenza di cinque o sei dipendenti, tutte donne che stanno in guardiola per due turni di lavoro, mattutino e pomeridiano, senza alcuna attività da svolgere, nell’attesa del passare delle ore».

La Lega Nord, prima di interrogare la giunta comunale aveva avuto un incontro con la direzione della Rsa: «Il personale femminile presta servizio singolarmente e il rischio di essere vittima di qualche malintenzionato in questo stabile isolato sono alti, soprattutto durante la stagione invernale e nel turno serale. Meglio sarebbe impiegare queste risorse umane nella nuova struttura, per dare una mano ai colleghi, o nella gestione delle attività ricreative o servizi alla persona, sfruttando la loro professionalità e garantendo loro una dignità lavorativa, oltre che la sicurezza».

«Il Comune non ha alcun tipo di rappresentanza nel cda della casa di riposo» ha risposto il sindaco Giancarlo Piva «La situazione comunque ci interessa visto che nella struttura abbiamo utenti per i quali cui paghiamo la retta. In via Santo Stefano, tuttora sede legale, il presidio è necessario sia a tutelare il patrimonio, sia a svolgere attività di segreteria. Ci sono ancora molti parenti che si rivolgono a questa sede perché non informati del trasferimento o che contattano il numero telefonico di via Santo Stefano. Il lavoro non manca, dunque, mentre sul fronte della tutela della persona la sicurezza è garantita dal fatto che i turni vedono sempre due persone al lavoro contemporaneamente».

I lavoratori del Santo Stefano inoltre garantiscono l’accesso degli scout alla pineta e lo smistamento della posta. Continua Piva: «La direzione ha comunque assicurato che parlerà di questi aspetti nella prossima riunione del cda, dove peraltro si tratterà un tema che a nostro dire è decisamente più importante di quello proposto dalla Lega Nord». Più che ricollocare lavoratori, il problema è infatti mantenere tutti i posti di lavoro: «Il piano di zona aveva previsto l’attivazione in Santa Tecla di 42 posti» denuncia Piva «La realtà è che i posti autorizzati sono meno. L’ente dovrà probabilmente tagliare servizi e costi, ed avrà purtroppo anche minori necessità di personale. Siamo molto preoccupati».

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