Petizione per l’ Angelo Azzurro
ARCELLA. Non a caso il gestore del nuovo ristorante, aperto da pochi giorni in via Annibale da Bassano 1, al piano terra dell’autosilos Central Park, gestito da Aps Holding, lo ha chiamato Angelo Azzurro, in riferimento al film, diretto nel 1930 da Josef Von Stenberg ed interpretato da Marlene Dietrich nel ruolo di Lola Lola. Un’apertura importante e significativa, che sta a simboleggiare la voglia di rinascita di un intero rione, che, poi, è quello di Borgomagno, dove, da troppo tempo, regnano il degrado e l’incuria. Purtroppo, a distanza di soli pochi giorni dall’apertura del nuovo locale pubblico, gestito da un ristoratore napoletano, titolare di un altro ristorante a Rustega di Camposampiero, è venuto fuori che l’Angelo Azzurro può restare aperto solo come pizzeria per asporto e non come ristorante vero e proprio. Il gestore del nuovo locale avrebbe investito una montagna di soldi per niente anche in tavolini, sedie e per tutto l’arredamento interno perché, rientrando Borgomagno nella cosiddetta zona rossa della città (Centro, Stazione e prima Arcella ), non può ottenere l’autorizzazione definitiva per avviare un ristorante.
Eppure sia i residenti sia i negozianti limitrofi, sarebbero ben felici se il Comune rilasciasse all’Angelo Azzurro per farlo diventare un ristorante a tutti gli effetti, con la possibilità che i clienti si possano sedere a tavola, sia a pranzo sia a cena, come in tutti gli altri locali pubblici della città.
«La legge va interpretata caso per caso» sottolinea Emilio Masiero, l’ex gestore della discoteca Capannina Arpax, di Torreglia, che oggi abita lì vicino, «l’apertura del nuovo ristorante con cucina napoletana, dove viene confezionato anche il cosiddetto “cuoppo”, con i pesci fritti dentro, è un segnale importante per la rinascita reale di un intero quartiere».
Felice Paduano
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