Picchia e minaccia di morte un infermiere al pronto soccorso

ESTE. Si presenta in pronto soccorso con una ferita alla mano “vecchia” di quattro giorni e riceve un “codice bianco”: la mancata urgenza lo fa però andare in escandescenze, tanto da minacciare di morte e da picchiare un infermiere. La reazione incontrollata costa però cara a Silvano Zordan, 66 anni, imprenditore atestino: il Giudice di pace penale di Rovigo, Marco Bresciani, lo ha condannato a mille euro di multa e a 2.500 euro di risarcimento danni.
I fatti sono accaduti il 19 luglio 2014 in pronto soccorso ad Este, nel vecchio ospedale di via San Fermo. Alle 5.30 Zordan si era presentato con una lieve ferita a una mano, procurata quattro giorni prima. Ad accoglierlo, in triage, c’era l’infermiere C.R. : dopo aver fatto capire che quella non rientrava tra le urgenze mediche, l’infermiere ha assegnato al paziente un “codice bianco”, facendo presente che dopo la visita avrebbe dovuto pagare l’intero costo della prestazione.
A quel punto Zordan non c’ha più visto: prima ha cominciato a battere con i pugni contro la vetrata che divideva l’ingresso del pronto soccorso dalla sala d’attesa, quindi ha scaraventato contro il vetro un libro che aveva con sé. Vista la situazione, C.R. ha cercato di calmarlo uscendo dalla sua stanza di lavoro e invitando l’uomo ad entrare per la visita. Di contro, quest’ultimo si è messo a ingiuriare il paramedico con offese pesanti e addirittura minacce di morte.
Fino alla violenza vera e propria: Zordan ha afferrato una sedia in ferro e l’ha scagliata più volte contro la gamba e il braccio dell’infermiere. A rabbia sfogata, l’imprenditore ha abbandonato l’ospedale lasciando il malcapitato infermiere nelle mani dei colleghi: per lui 13 giorni di prognosi, segno che la zuffa non era stata banale.
Seguito dall’avvocato Sara Gattolin di Este, C.R. ha querelato il paziente imbufalito e violento, accusandolo di ingiuria, lesioni personali, minaccia, il tutto con l’aggravante di aver commesso questi reati nei confronti di un incaricato di pubblico servizio. A suffragare la versione dell’infermiere, di fronte al giudice polesano, sono arrivate anche le due colleghe di C.R., che hanno confermato punto per punto la ricostruzione. L’altra mattina è dunque arrivata la condanna nei confronti di Zordan: è stata confermata la richiesta di multa del pubblico ministero ed è stata accolta parzialmente la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla parte civile, 2.500 euro invece dei 5. 000 richiesti, oltre alla rifusione delle spese legali.
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