Pierre Boulez, innovatore della musica

Compositore e direttore, Leone d’oro nel 2012, si è spento a 90 anni

Il mondo della musica classica perde uno dei suoi maestri più carismatici e innovativi. Il compositore e direttore d’orchestra francese Pierre Boulez si è spento ieri, all’età di 90 anni, nella sua casa di Baden Baden, città tedesca che aveva scelto come sua dimora fin dai primi anni Sessanta, quando lasciò la Francia in polemica con un mondo musicale che giudicava troppo rigido e conservatore. L’annuncio è arrivato in tarda mattinata, in un messaggio della famiglia diffuso dalla Philharmonie di Parigi, il nuovo grande centro sinfonico e di musiche contemporanee di cui Boulez fu grande fautore, inaugurato appena un anno fa, quando lui già era gravemente malato. «Per tutti quelli che l’hanno incrociato e hanno potuto apprezzare la sua energia creativa, la sua esigenza artistica, la sua disponibilità e la sua generosità» scrivono i familiari «la sua presenza resterà viva e intensa».

Immediate le reazioni commosse del mondo politico e culturale transalpino. «Pierre Boulez ha fatto brillare la musica francese nel mondo. Come compositore e direttore, ha sempre voluto pensare alla propria epoca» ha commentato il presidente Francois Hollande in una nota, lodando lo «spirito critico ammirevole», che «non ha mai smesso di pensare le discipline le une con le altre, facendo dialogare pittura, poesia, architettura, cinema e musica».

Nato a Montbrison, nella regione della Loira, figlio di un ingegnere, Boulez all’inizio voleva studiare matematica. Ma dopo aver assistito per la prima volta a un concerto sinfonico e a una rappresentazione d’opera, nel 1941 a Lione, dove si preparava a tentare il concorso per entrare al Politecnico, decise di consacrarsi alla musica. Si trasferisce così a Parigi, dove studia armonia al conservatorio e negli anni ha incontri e collaborazioni con molte grandi innovatori della musica contemporanea, da Karlheinz Stockhausen a John Cage. Boulez compone brani autonomi o musiche per pièces teatrali, mette in scena poemi sinfonici, lavora con teatri francesi e svizzeri e con la radio, e negli anni Cinquanta diventa anche direttore d’orchestra, con uno stile del tutto personale e rigorosamente senza bacchetta. Nei due decenni successivi dirige l’orchestra di Cleveland, l’ensemble sinfonico della Bbc e la New York Philarmonic, senza mai abbandonare ricerca e composizione. La divulgazione e l’apertura della musica a nuovi autori e nuovi pubblici sono il fil rouge della sua carriera, in nome dell’innovazione e della multidisciplinarità. Da questo spirito nascono le sue due ultime “creazioni” sorte a vent'anni di distanza nel nordest di Parigi: la Cité de la Musique, spazio espositivo che ospita mostre e laboratori su ogni tipo di musica, e la Philharmonie, la nuova grande sala concerti parigina firmata da Jean Nouvel.

Nel 2012, la Biennale di Venezia gli aveva tributato il Leone d’oro alla carriera, su proposta del direttore del Settore Musica Ivan Fedele. Il Presidente della Biennale Paolo Baratta, a nome dell’istituzione, ricorda «con particolare stima e affetto» la figura di Boulez: «Punto di riferimento di un’intera generazione di musicisti, è stato presente con i suoi lavori nelle attività della Biennale fin dal dopoguerra».

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